domenica 24 giugno 2012

Piante abbandonate e strade sporche

Piante abbandonate e strade sporchePiante abbandonate e strade sporche Le denunce e i suggerimenti dei lettori

Le denunce e i suggerimenti dei lettoriNelle vie ci sono buche e cantieri infiniti, ma anche piante e alberi sistemati a caro prezzo per abbellire le città e poi lasciati morire. E foglie e cartacce che nessuno pulisce. Ma forse si potrebbe fare qualcosa per evitare gli sprechidi PIERA MATTEUCCI



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Lotta agli sprechi ROMA - Non solo buche e semafori non funzionanti, cantieri infiniti e illuminazione mal regolata. Le strade italiane offrono ogni giorno spunti per riflettere su sprechi di denaro e opere che, se razionalizzate, consentirebbero notevoli risparmi. Dalle pulizie non effettuate a potature superflue, da piante installate e lasciate in abbandono a censimenti sul verde pubblico effettuati più volte, i lettori hanno inviato a segnalasprechi@repubblica.it 1 mail di segnalazioni e suggerimenti per evitare di buttare via denaro pubblico.



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Raffaella Rabbi di Marina Romea (Ravenna) lamenta uno spreco di tempo e soldi: "Tutti gli alberi (e sono davvero tantissimi) e alberelli del verde pubblico riportano almeno due targhette relative ad almeno due inventari del verde". Matteo Fusina, invece, racconta un 'piccolo esempio', come lo definisce lui, ma sintomatico di una prassi che, prolungata nel tempo, causa sprechi costanti. "Il mese scorso, portando mio figlio all'asilo nel Comune di San Lazzaro di Savena (Bologna), ho notato che nella strada ove si trova l'edificio scolastico erano presenti dei cartelli temporanei di divieto di sosta con rimozione. Incuriosito ho letto l'ordinanza e ho capito che di lì a poco sarebbe intervenuta una ditta per la potatura degli alberi presenti. La via si chiama via dei Gelsi proprio perché

vi crescono alcune decine di queste piante. Gli alberi in questione presentavano solo alcuni rametti di 2/3 cm di diametro, evidentemente sintomo di un tentativo di ricrescita abbastanza recente. Ebbene il Comune di San Lazzaro - come immagino tanti altri Comuni - stipula un contratto pluriennale con una ditta privata che prevede potature cadenzate costanti e indipendenti dalla reale necessità di intervento. Questo genera due ingiustizie: lo sperpero di soldi dei contribuenti per un lavoro inutile e, aspetto non meno importante, mette in pericolo un bene di tutti come il verde pubblico. Ora quegli splendidi gelsi centenari non sono che tronchi spogli e state certi che l'anno prossimo la storia si ripeterà".



Ci sono, poi, piante sistemate per ornare vie e piazze, ma mai curate fino alla fine (precoce) della loro esistenza: una cattiva abitudine che si registra a Roma come a Milano e a Caserta. "Sono di Caserta. Pochissimo tempo fa si è conclusa, dopo anni di lavoro e ingenti spese, la riqualificazione del piazzale antistante la Reggia - scrive Diana Pasquariello - Il risultato è stato davvero soddisfacente.... peccato che la città ha potuto godere di questo spettacolo solo per pochissimo tempo. Attualmente il piazzale versa in uno stato di totale abbandono, le piante sono lasciate all'incuria più totale e il prato è disseminato di rifiuti di ogni genere, perlopiù bottiglie di vetro lasciate da extracomunitari che bivaccano durante il giorno e trovano ripari di fortuna durante la notte". Stessa denuncia arriva da Paola Verteva che, essendo nata a Milano e risiedendo nella Capitale, ha la possibilità di vedere il medesimo malcostume in entrambe le città: "I Comuni stanziano fondi per la messa a dimora nei giardini e/o nelle vie di nuove giovani piante che poi non vengono né innaffiate né curate. Dopo l'estate tutti i giovani alberi sono seccati. L'anno seguente il ciclo, a volte, si ripete. Cui prodest?".



Uno spreco a cui alcuni cittadini, a Milano, provano a mettere rimedio, come racconta Danilo Foti: "Desidero segnalare la noncuranza e lo spreco nella gestione del verde pubblico a piazza Carbonari e nei giardini Gregor Mendel. Ogni anno in primavera vengono immancabilmente piantati fiori e cespugli vari, che poi non sono curati ed innaffiati (vi sono diversi punti di collegamento alla rete idrica oltre una centrale della stessa). Puntualmente a settembre ritornano gli operai di imprese esterne appaltatrici che sostituiscono i cadaveri secchi con nuove piante. Lo scorso anno abbiamo salvato nove dei dieci cespugli giovanissimi piantati nel giardino Mendel. Ogni sera a turno ci recavamo ad annaffiarli per non farli cuocere dal sole".



Foglie e rami caduti, cartacce e bottiglie vuote invadono le vie, nonostante i Comuni paghino profumatamente perché qualcuno le pulisca. Luciana Silvestri, che abita a Roma, scrive: "Nel mio quartiere, Monteverde Vecchio di Roma, vedo molto spesso gruppetti di tre o quattro netturbini, adibiti alla pulizia di strade o scalinate, intenti a chiacchierare, mangiare, fumare, parlare al cellulare e "riposare", seduti nel camioncino AMA oppure fuori. Nulla da eccepire sul fatto che ogni lavoratore ha diritto a riposare, di tanto in tanto. Ma mi sono presa la briga di controllare tali pause e ho verificato che durano tempi molto molto lunghi e tutt'intorno c'è sporcizia, cartacce e rifiuti di ogni genere che, probabilmente, tali operatori erano stati mandati a raccogliere.... Mi rendo conto che, se non si ha la volontà di far bene il proprio lavoro è difficile obbligare i "romoletti faticoni" a farlo, ma forse basterebbe controllare, a fine orario di servizio, che il compito assegnato è stato correttamente svolto (magari verificando che le strade delle zone da ripulire siano state realmente spazzate)".



Ma non c'è solo la denuncia nelle mail arrivate in redazione: c'è chi, come Ugo Gaspari, propone una soluzione che potrebbe risolvere due problemi: "La mia proposta riguarda l'utilizzo di pene alternative alla detenzione per piccoli reati - scrive - I detenuti potrebbero essere utilizzati per pulire le città, i parchi ed i boschi riducendo così la spesa sociale e i rischi per il degrado ambientale. Inoltre si ridurrebbe la criticità nelle carceri determinata dalla presenza di detenuti in numero superiore alla effettiva capienza".

(24 giugno 2012)

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