sabato 23 giugno 2012

Terracina: dirigente intascava soldi delle forniture


Terracina, dirigente intascava soldi delle forniture. Il Comune ora in dissesto

Dopo 20 anni trascorsi al Comune di Terracina come dirigente ed economo aveva accumulato un patrimonio di un milione di euro, ora oggetto di un sequestro preventivo. Ma la Guardia di Finanza, grazie a lunghe indagini sulla contabilità, ha scoperto una lunga serie di manomissioni. Il dipendente incassava mandati di pagamento per le forniture dell'ente e poi li annullava, cancellando ogni traccia sui conti

Lunedì, 18 giugno 2012 - 18:09:00
terracina comune


LATINA - Per vent'anni era stato dirigente del dipartimento finanziario del Comune di Terracina e al contempo economo dello stesso ente. Ora invece è indagato per peculato e i finanzieri hanno disposto a suo carico il sequestro di beni immobili e conti correnti bancari del valore di un milione di euro. Nell'indagine sui conti del Comune di Terracina, è finita anche sua figlia, iscritta sul registro degli indagati per il reato di riciclaggio di proventi illeciti.





Parliamo di un Comune che a settembre del 2011 ha dichiarato ufficialmente il dissesto finanziario. E di una complessa indagine di polizia giudiziaria partita da alcune evidenti incongruenze tra i capitoli di spesa della contabilità dell'amministrazione e i rendiconti dei bilanci approvati dal consiglio comunale. Le complesse operazioni di riallineamento dei valori contabili, effettuate con l’ausilio della società che gestisce il software contabilità del Comune, hanno confermato l’esistenza di “warning di forzatura”, prova lampante di innumerevoli manomissioni che hanno determinato una totale difformità delle risultanze contabili riportate nelle scritture approvate dall’ente.



Partendo dalle manomissioni, i finanzieri sono riusciti ad isolare una lunga serie di manovre architettate dal dirigente per sottrarre denaro pubblico all'amministrazione. L'attenzione della Guardia di Finanza di Terracina si è concentrata in particolare sui mandati di pagamento per le forniture emessi proprio dal dirigente responsabile del dipartimento finanziario. Alcuni mandati di pagamento venivano prima incassati dal dipendente, ma questa volta nella veste di economo, e successivamente annullati. Così veniva cancellata ogni traccia sulla contabilità, come se il pagamento non fosse mai stato effettuato. Il funzionario però, invece di provvedere regolarmente ai pagamenti delle forniture, intascava tutto facendo transitare il denaro in conti correnti intestati a lui o alla sua famiglia.



L'inchiesta si allargata subito anche ai familiari, consentendo di scoprire che la figlia del dirigente, autorizzando l'accreditamento di somme di denaro riferibili al padre, ha compiuto operazioni che hanno ostacolato l'identificazione della provenienza illecita del denaro, configurando l'ipotesi di riciclaggio. L'ultima fase dell'indagine ha infine riguardato il patrimonio accumulato dall'ex dirigente, del tutto incompatibili con i redditi dichiarati al Fisco. Parte del denaro, circa la metà, era stato utilizzato per l'acquisto di un'edicola, di un immobile a Terracina e per le spese di ristrutturazione

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