Articoli correlatiArriva l'IPv6, e internet s'ingrandisceCommentaIl 6 giugno 2012 verrà ricordato come il giorno in cui verrà ufficialmente adottato l'IPv6, il protocollo di trasferimento dati che sopperirà alle carenze strutturali del vecchio IPv4.
Il vecchio protocollo, infatti, può gestire "appena" 4,3 miliardi di indirizzi (2 alla trentaduesima), mentre l'IPv6, grazie all'indirizzamento a 128 bit, e non più a 32, consente di gestirne ben 660.000 miliardi (2 alla 128esima), un numero più che sufficiente per accontentare la sete di indirizzi di qualsiasi impresa sul pianeta.
Nonostante in Italia l'adozione ufficiale sarà effettuata solo dalla rete universitaria GARR, come si vede consultando la lista presente a questo indirizzo, per la maggioranza degli utenti non cambierà nulla a livello pratico e si potrà continuare a navigare come prima. Molto semplicemente, non si potrà accedere a quei siti che supportano solo l'IPv6.
Il motivo è dovuto alla adozione del sistema detto "dual stack", che i network operator hanno messo in piedi per poter gestire simultaneamente entrambi i protocolli.
Nel caso voleste sapere se il sistema sul quale lavorate è già pronto per l'IPv6 andate su questo sito.
volftp.blog.tiscali.it
04 giugno 2012 Diventa fan di Tiscali su Facebook StampaTiscali Socialnews
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Il vecchio protocollo, infatti, può gestire "appena" 4,3 miliardi di indirizzi (2 alla trentaduesima), mentre l'IPv6, grazie all'indirizzamento a 128 bit, e non più a 32, consente di gestirne ben 660.000 miliardi (2 alla 128esima), un numero più che sufficiente per accontentare la sete di indirizzi di qualsiasi impresa sul pianeta.
Nonostante in Italia l'adozione ufficiale sarà effettuata solo dalla rete universitaria GARR, come si vede consultando la lista presente a questo indirizzo, per la maggioranza degli utenti non cambierà nulla a livello pratico e si potrà continuare a navigare come prima. Molto semplicemente, non si potrà accedere a quei siti che supportano solo l'IPv6.
Il motivo è dovuto alla adozione del sistema detto "dual stack", che i network operator hanno messo in piedi per poter gestire simultaneamente entrambi i protocolli.
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