giovedì 14 giugno 2012

Esodati

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1 11/06/12 19:19 Esodati, la miccia del Governo a tempo

che rischia di far saltare il Paese

La guerra dei numeri e le mezze smentite su chi ha diritto o meno alla "salvaguardia" mette in luce uno scenario preoccupante che si gioca su tempi ristretti. Mentre la Francia di Hollande fa marcia indietro sull'età pensionabile, Monti e Fornero puntano "vincere la crisi" per la breve scadenza che li riguarda, anche sulla pelle di famiglie e lavoratori

Valerio Dotti



ROMA – La matematica, piaccia o non piaccia, è una scienza perfetta. E così da qualsiasi parte li si giri e guardi, i numeri restano sempre gli stessi. Un bene o un male, dipende dai casi e da che cosa si vuole fare di questi numeri. Certo, quando i numeri riguardano la platea degli esodati e non quadrano con quelli che potranno godere della “salvaguardia” prevista dal Governo Monti e dalla ministra Elsa Fornero, le cose sono ben diverse. E tragiche.



IL GIALLO DELLE MEZZE SMENTITE – Eppure quei numeri sono sempre gli stessi: da una parte l’Inps, l’istituto nazionale per la previdenza che parla di circa 400 mila lavoratori; dall’altra il Governo che non ne “conta” più di 65mila. Una differenza troppo grande per passare inosservata; soprattutto se ci si trova tra i 335 mila che – a causa di differenti sistemi di calcolo – rischiano di restare sena lavoro e senza stipendio. Ultimo capitolo dello scontro (in ordine di tempo), tra conferme e mezze smentite, a seguito della pubblicazione – da parte dell’agenzia Ansa – della Relazione che l’Istituto di previdenza ha inviato al ministero del Lavoro prima della firma del decreto. Relazione che ha riacceso lo scontro con i sindacati e alla quale ha immediatamente fatto seguito una precisazione dell’Inps che ha chiarito come “l’Istituto non ha fornito stime diverse e ulteriori rispetto al tema dei salvaguardati”. Insomma, in quella Relazione ufficiale, si legge chiaramente che i benefici introdotti dal decreto Salva Italia e dal Milleproroghe non saranno sufficienti a coprire tutta la platea degli interessati. Lavoratori in uscita con i piani di ristrutturazione aziendale e che rischiano di restare senza stipendio e senza pensione dopo l’introduzione della riforma del lavoro tanto cara a Fornero e Monti.



L’INGHIPPO – In pratica, utilizzando dei criteri estremamente ristrettivi, il Governo e il ministro Fornero che piange in pubblico ma in privato impugna la scure per tagliare a destra e a manca, hanno ridotto la platea ai famigerati 65mila aventi diritto, mentre usando i criteri indicati dalla ragioneria generale i numeri sono diversi. Diversi da quelli che vuole raggiungere il Governo, ma uguali – perché non poteva essere altrimenti – a quelli dell’Inps. Ma che cosa sta succedendo? Succede che siccome i conti devono quadrare e i fondi sono disponibili per 65mila persone ecco che bisogna restringere la platea degli aventi diritto. Tutto mentre in Francia il neo eletto presidente Hollande ha immediatamente fatto marcia indietro riportando l’età pensionabile a quella precedente alla riforma Sarkò, spiegando che non si può vivere per lavorare e soprattutto non è accettabile farlo una vita.

Invece Monti & C hanno deciso di estendere la loro condizione di “Governo a termine” a tutto il Paese.



BOMBA A OROLOGERIA SUL PAESE – Non a caso gli interventi per vincere la crisi messi in atto da Monti hanno una breve scadenza (l’esempio lampante è l’obbligo delle amministrazioni comunai di versare i loro soldi nella tesoreria generale dello Stato, ma solo fino a quando Monti siederà a Palazzo Chigi. Dopo? Chissà. Lo stesso vale per gli esodati. I 65mila avranno immediata copertura; agli altri, ha chiarito Fornero, penseremo più avanti, magari così tanto avanti da scaricare colpe e responsabilità sul nuovo governo democraticamente eletto. E così, almeno per i Professori, i conti tornano”.





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