domenica 24 giugno 2012

Lusi, sette ore di interrogatorio

Il senatore Luigi Lusi Il senatore Luigi Lusi 

Sette ore di interrogatorio per Lusi: "Tutti gli investimenti per conto della corrente rutelliana"

"Ha parlato di come funzionava il sistema e di quello che era il suo ruolo", sono queste le dichiarazioni fatte dai difensori di Luigi Lusi, dopo aver lasciato il carcere di Rebibbia al termine dell'interrogatorio di garanzia sostenuto dal loro assistito. Gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono hanno anche spiegato che il senatore ha portato all'attenzione degli inquirenti documenti e fatto riferimento a carte che la Procura può acquisire e che adesso saranno oggetto di valutazione dei pubblici ministeri. Alla domanda se il parlamentare abbia chiamato in causa altri personaggi politici, i due penalisti, invocando la riservatezza dell'atto istruttorio eseguito, si sono limitati a rispondere: "Non confermiamo e non smentiamo". "L'interrogatorio - hanno aggiunto - è stato completo, Lusi ha risposto a tutte le domande ed è sereno".
Investimenti per conto della corrente rutelliana - "Tutti gli investimenti immobiliari che ho fatto dal 2007 in poi li ho fatti per conto della corrente rutelliana, c'era un preciso patto fiduciario". Questo uno dei passaggi del lungo interrogatorio del senatore davanti al gip durato oltre sette ore. Lusi ha ripercorso puntualmente tutta la sua attività di tesoriere della Margherita. Ha precisato che "dal 2001 al 2007" il controllo che operava sui bilanci del partito era "regolare e rigoroso e riguardava una verifica accurata di tutte le entrate e le uscite". Dal 2007 in poi, ovvero da quando il partito si scioglie, ha precisato Lusi davanti al gip, il suo controllo operato sui bilanci "é stato solo un controllo formale e non riguardava le entrate e le uscite", dunque "era meno accurato".
Il patto spartitorio 60-40 - L'ex tesoriere ha ricordato il patto spartitorio 60-40, del quale aveva già parlato durante l'interrogatorio con i magistrati romani, ma ha aggiunto "che tutti gli investimenti immobiliari" da lui fatti, tracciabili e riconducibili appunto alla sua persona "sono stati fatti per conto della corrente rutelliana e in virtù di un patto fiduciario con tale corrente per fare rientrare i soldi in questa maniera".
Ammesse le sottrazioni - Secondo quanto si è appreso, il senatore avrebbe anche ammesso che in questo meccanismo di gestione poco accurata dei bilanci si sarebbe anche lui appropriato di somme di denaro. Ma ha più volte sottolineato che la stragrande maggioranza degli acquisti di immobili sono stati fatti proprio in virtù del patto con la corrente dell'ex presidente Dl Rutelli.
Ai pm carte su cui indagare - Tra i documenti che sono stati posti all'attenzione degli inquirenti dal senatore Lusi ci sarebbero anche lettere e incarichi firmati da parte di alcuni esponenti politici. Secondo quanto si è appreso, le carte saranno oggetto di valutazione da parte dei magistrati.
Per procura quadro accusatorio rinforzato - Massimo riserbo in ambienti della Procura sull'esito dell'interrogatorio ma fonti di piazzale Clodio affermano che "il quadro accusatorio si è rinforzato ed è stato corroborato da dettagli che ora dovranno essere esaminati". Il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il sostituto Stefano Pesci, titolari dell'inchiesta sulla sottrazione di almeno 25 milioni di euro dalle casse della Margherita, hanno preso parte all'interrogatorio tenuto dal gip Simonetta D'Alessandro ed hanno lasciato il carcere di Rebibbia senza fare dichiarazioni.
Nessuna richiesta di scarcerazione - Il senatore, che deve rispondere delle accuse di associazione a delinquere e appropriazione indebita, è finito in carcere due giorni fa dopo il via libera dell'assemblea di Palazzo Madama. Al gip Simonetta D'Alessandro, il magistrato che aveva emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, Lusi ha consegnato anche una documentazione che si era portato direttamente a Rebibbia quando si è costituito. E' slittata, infine, alla prossima settimana la presentazione dell'istanza di revoca della misura cautelare che i difensori, in un primo momento avevano in animo di fare in giornata.
Anche la moglie ai domiciliari - Nell'ambito di questa vicenda, che riguarda l'ammanco di oltre 22 milioni di euro dalle casse della Margherita è già agli arresti domiciliari la moglie di Lusi, la signora Giovanna Petricone. I due commercialisti che erano stati raggiunti dall'ordinanza di custodia hanno ottenuto nelle scorse settimane l'obbligo di firma. Per Lusi il tribunale del Riesame ha confermato la misura emessa dal gip nel maggio scorso. I difensori hanno proposto ricorso in Cassazione.
 

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