venerdì 15 giugno 2012

Le Banche in amministrazione controllata

Da Treviso a Rimini, le banche italiane in amministrazione straordinaria


di Enrico MarroCronologia articolo14 giugno 2012Commenta

In questo articoloArgomenti: Banca d'Italia
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Banca Network Investimenti spa



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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2012 alle ore 15:08.



Accedi a My Da Treviso a Cosenza, da Rimini a Salerno, sono dieci le banche italiane (come Banca Network, che ha bloccato i conti correnti) in procedura di amministrazione straordinaria. Lo indica il servizio vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d'Italia, sottolineando che si tratta delle procedure «in essere all'8 maggio 2012».





Ecco l'elenco:

- Delta/SediciBanca spa (Bologna-Roma)

- Bcc di Cosenza (Cosenza)

- Cassa di Risparmio di Rimini (Rimini)

- Bcc di Tarsia (Cosenza)

- Bcc "Luigi Sturzo" di Caltagirone (Catania)

- Bcc di Altavilla Silentina e Calabritto (Salerno)

- Banca Network Investimenti spa (Milano)

- Istituto per il Credito Sportivo (Roma)

- Banca Tercas - Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo (Teramo)

- Bcc Monastir e del Sile (Treviso)



A queste banche si aggiungono due intermediari non bancari (SGR):

- Total Return SGR (Mantova)

- Cape Regione Siciliana SGR (Palermo)



Quando scatta l'amministrazione straordinaria

L'amministrazione straordinaria viene disposta quando le criticità di un istituto di credito (che spaziano dalla gravità delle perdite patrimoniali, alle irregolarità e alle violazioni normative e amministrative) «non presentano caratteri di irreversibilità».

Obiettivo della procedura è accertare la situazione aziendale e avviare soluzioni nell'interesse dei depositanti.

Se ci sono ragioni di assoluta urgenza, la Banca d'Italia può nominare uno o più commissari che assumono i poteri di amministrazione dell'intermediario per un massimo di due mesi ("gestione provvisoria").



La garanzia del Fondo interbancario di tutela fino a 100mila euro

Quando la crisi assume caratteri di irreversibilità, l'intermediario viene assoggettato a liquidazione coatta amministrativa, con provvedimento del ministro dell'Economia (sempre emanato su proposta della Banca d'Italia, che nomina anche gli organi liquidatori). Nei casi di liquidazione coatta amministrativa i sistemi di garanzia dei depositanti, ai quali le banche italiane sono tenute ad aderire, effettuano i rimborsi nel limite di 100mila euro per ciascun depositante.



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