lunedì 11 giugno 2012

Napolitano: corruzione.......


Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano (Ansa) Articoli correlatiNapolitano: Per l'Europa non c'è alternativa all'u...Elezioni, Napolitano fulmina Grillo: Di boom non n...Vent'anni fa tangentopoli, Stefania Craxi: "Si gua...Giulio Andreotti, per oltre 60 anni protagonista d...E' morto Lucio Magri, suicidio assistito in Svizze...Napolitano: "La corruzione cresce perchè la politica è ridotta ad affare. Il mito sovietico fu prigione per il Pci"Commenta"La politica oggi è in affanno in tutta Europa. In Italia constato un particolare impoverimento culturale e morale della politica", sostiene Giorgio Napolitano, in una intervista ripresa da 'Repubblica', e rilasciata al direttore della Gazeta Wyborcza Adam Michnik. alla vigilia del viaggio in Polonia. Il Presidente della Repubblica afferma che "vi sono naturalmente molte differenze, non tutti i partiti sono da mettere sullo stesso piano" ma in generale la politica è diventata "troppo contesa per il potere". "E poi - aggiunge guardando allo scenario europeo e non solo italiano - c'è il preoccupante fenomeno dei partiti populisti come il Partito dei Veri Finlandesi".Il berlusconismo - Che cos'è il berlusconismo? "Con le definizioni e le categorie bisogna andarci sempre molto cauti" premette Napolitano a questo proposito, spiegando poi che "sia nella storia che nella politica vi sono cicli che si sviluppano e poi si esauriscono". E aggiunge: "nella società italiana debbono rafforzarsi certi valori offuscatisi negli ultimi anni".Non tutti i partiti sono uguali - Non tutti i partiti sono da mettere sullo stesso piano ma l'atmosfera generale è che la politica è diventata troppo contesa per il potere, disbrigo di affari correnti, personalismi e questo è un clima nel quale può prosperare la corruzione", spiega Napolitano al direttore della Gazeta Wyborcza pubblicata stamani da 'Repubblica' e dal quotidiano polacco. Napolitano aggiunge che "nessuno di noi pensa alla vita pubblica come a un idillio. Alcuni rischi, alcune sorgenti di corruzione non sono eliminabili. Ma certamente possono essere seriamente limitate le dimensioni e l'ampiezza".Non c'è alternativa all'unità d'Europa - "Non c'è alternativa all'unità" dell'Europa. "Mi è rimasta in mente l'opinione espressa un mese fa da Angela Merkel durante l'incontro con il nostro premier Mario Monti e con me: dobbiamo capire che gli europei costituiscono appena il 7% della popolazione mondiale; o riusciamo ad operare uniti o diventiamo irrilevanti". Il presidente della Repubblica torna sui temi europei e ripercorre la sua esperienza politica negli ultimi 35 anni attraverso la storia dell’Italia e dell'Europa. Secondo Napolitano "è molto importante che ciò l'abbia detto anche la leader della Germania, paese in cui potrebbe facilmente trovare terreno l'illusione dell'autosufficienza. Invece nemmeno il paese europeo più popoloso, dinamico e competitivo può contare davvero nel mondo se non si integra con gli altri paesi dell'Unione". Per il presidente della Repubblica "il futuro dipenderà dalla piena consapevolezza che ne avranno tutti i governi nazionali, e dipenderà dalla loro volontà e capacità di condividerla con i cittadini, con gli elettori".Il mito sovietico fu prigione per il Pci - "Il Partito Comunista non era un partito stalinista come molti altri in quanto aveva una fondamentale matrice antifascista e democratica e comprendeva forti componenti liberali, ma era pur sempre nato nel solco dell'Internazionale Comunista, e quindi portava nel suo Dna il mito dell'Unione Sovietica e il legame col movimento comunista mondiale. Questi elementi originari, a un dato momento, sono diventati una prigione dalla quale il Pci doveva liberarsi", spiega ancora Giorgio Napolitano, in una intervista al direttore del giornale polacco. "Il grande equivoco - incalza Napolitano riferendosi al partito in cui militò - fu quello del carattere rivoluzionario del partito. Secondo questa visione mitica, il partito non poteva rinunciare all'idea di un'altra società, di un altro sistema". Berlinguer, aggiunge, "appariva consapevole già dagli anni '70'' che il modello sovietico era più una dittatura che un modello da perseguire, "manifestò - ricorda - un grandissimo coraggio, quando nel 1977 andò al congresso del Pcus a Mosca per dire (é una sua frase famosa) che "la democrazia è un valore universale". Ma esitò a trarne tutte le conseguenze". Il distacco di Napolitano dal modello sovietico è avvenuto invece, "a partire da Dubcek": "la Primavera di Praga - spiega - fu per me assolutamente rivelatrice".

09 giugno 2012Redazione Tiscali Diventa fan di Tiscali su Facebook Stampa

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