sabato 17 ottobre 2015

Senato, approvato il ddl di riforma costituzionale

 Senato, approvato il ddl di riforma costituzionale
Primo via libera con 179 sì. Fi non partecipa al voto. Aventino di Sel e Lega. Unioni civili , nuovo scontro in maggioranza


Il Senato ha approvato la riforma costituzionale fortemente voluta dal governo di Matteo Renzi che mette fine al bicameralismo perfetto, riduce i poteri di Palazzo Madama e, almeno, in parte quelli delle Regioni. Il disegno di legge firmato dal ministro delle Riforme MariaElena Boschi è stato approvato con 179 voti a favore, 17contrari e 7 astenuti. La senatrice Josefa Idem ha dichiarato poi in aula che il suo voto è stato registrato come negativo mentre avrebbe voluto essere positivo: con questa correzione i voti a favore sarebbero stati 179. Gran parte delle opposizioni non hanno partecipato al voto. Il testo sarà poi sottoposto ai cittadini nel referendum dell'ottobre 2016. «L’Italia può essere meglio della Germania. Basta col piagnisteo, facciamo le riforme con un grande abbraccio ai gufi e ai loro derivati» aveva detto in mattinata il premier Matteo Renzi. Un passaggio parlamentare, quello di oggi, che qualche mese fa, quando ad agosto alcuni esponenti della minoranza Pd evocarono il "Vietnam", sembrava difficilissimo. Segui il Liveblogging

Opposizioni sull'Aventino, si divide FI
Invece la maggioranza è apparsa compatta e sono state le opposizione a dividersi. Come preannunciato dal capogruppo GianMarco Centinaio, il gruppo della Lega al Senato, subito dopo l'intervento di Roberto Calderoli per la dichiarazione di voto, ha lasciato l'Aula di palazzo Madama, non partecipamdo al voto finale sul ddl riforme. Tutti i senatori M5S sono usciti lasciando i banchi i banchi deserti non appena l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha cominciato a parlare nell'Aula di Palazzo Madama. Hanno abbandonato i loro posti anche numerosi esponenti di Forza Italia. La maggioranza dei senatori, prima in piedi nell'emiciclo dell'Aula, ha deciso di uscire fuori. Tra loro il capogruppo Paolo Romani e i senatori Bernini, Gasparri, Rossi, mentre in Aula sono rimasti seduti i senatori azzurri che hanno deciso di votare a favore del ddl Boschi. Ecco cosa cambia nel Senato

I passaggi
Venerdì scorso l'Aula di Palazzo Madama ha concluso il voto sugli emendamenti e gli articoli del ddl Boschi, approvando tra l'altro proprio l'ultima delle modifiche che ha recepito gli accordi dentro il Pd e dentro la minoranza. Dopo il sì del Senato, il testo passerà subito alla Camera che, secondo le intese nella maggioranza, dovrebbe semplicemente confermarlo senza apportare alcuna modifica ed quel punto, come prevede l'articolo 138 della Carta per le modifiche costituzionali, il ddl Boschi sarà nuovamente sottoposto al Senato e alla Camera ad una seconda e definitiva approvazione. In questa seconda lettura non sono previsti emendamenti, ma solo un sì o un "no" agli articoli e alla legge. Quindi con dei passaggi parlamentari più snelli e rapidi che dovrebbero concludersi entro primavera 2016, così da tenere il referendum confermativo nell'autunno. Solo allora la riforma entrerà in vigore, e sarà attuata poi al momento dello scioglimento delle Camere, che Matteo Renzi dice debba essere a scadenza naturale, cioè nella primavera 2018.

Nodo unioni civili
«Le unioni civili sono un argomento che divide profondamente tant’è che siamo l'unico Paese in Europa senza una legge. La posizione del Pd è iniziare a discutere di questa legge in Aula, dandoci tempi per arrivare alla conclusione in Senato». Così Matteo Renzi a Rtl, tornando sul tema della regolamentazione tra unioni anche dello stesso sesso dopo il summit di governo di ieri. Il premier spera in un’intesa, che sembrerebbe vicina, tanto che il capogruppo PD Luigi Zanda ha chiesto che il testo sulle unioni civili si porti subito in Aula. Ma proprio su questo controverso tema si spacca l’asse con il centrodestra alfaniano «inutile negare che sono emerse differenze di merito classiche tra noi e loro. Non siamo d'accordo su tante questioni di merito e sul tema dei tempi» spiega il leader di Ncd. Vicini al PD, invece, i forzisti e i 5 stelle. «Forza Italia vuole le unioni civili, Berlusconi è favorevole» afferma infatti Michela Vittoria Brambilla al Corriere della Sera, anche se il senatore azzurro  Malan parla della posizione della Brambilla come personale. In un’intervista a la Repubblica, poi, il senatore M5S Alberto Airola dice «Su questo testo il nostro voto c'è. Se levano anche un solo diritto, se la approvano da soli»

Nessun commento:

Posta un commento