Ankara, doppia esplosione prima del corteo per la pace col PKK curdo: 97 morti e 400 feriti
Le due esplosioni hanno investito un incrocio dove doveva
passare il corteo di pace col PKK. Almeno 97 morti e circa 400
feriti. Tra le vittime molti curdi lì per la marcia contro il conflitto.
Secondo alcune fonti potrebbero essere stati due kamikaze, le autorità
stanno verificando. Il video dell'esplosione. Mattarella scrive a
Erdogan: "Ignobile attentato contro i civili"
Doppia esplosione ad Ankara
Diverse ambulanze sono giunte sul posto. Molte delle vittime sono curdi o simpatizzanti che si trovavano lì per partecipare alla marcia della pace organizzata da alcuni sindacati per protestare contro il conflitto con i curdi nel Sud-est della Turchia.
Il bilancio provvisorio secondo il ministero dell'Interno turco è di 97 morti e 400 feriti. Le esplosioni nel punto in cui doveva transitare il corteo pacifista. La polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni e spari in aria per disperdere i manifestanti che avevano attaccato un'auto della polizia dopo l'attentato. La manifestazione, a cui erano accorse migliaia di persone, era stata organizzata dai sindacati di sinistra Disk e Kesk e dagli ordini degli ingegneri e dei medici. Ora è stata annullata. Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a tornare a casa e chiesto a quelli che stavano raggiungendo Ankara da altre città di tornare indietro nel timore di ulteriori attacchi.
Secondo il governo turco le esplosioni di Ankara sono un "attacco terroristico". Le autorità stanno verificando le notizie secondo cui le esplosioni sarebbero state provocate da uno o due kamikaze. Un ufficiale dei servizi di sicurezza ha spiegato che non ci sono state auto distrutte nella duplice esplosione. La stessa fonte ha riferito che è stata bloccata la trasmissione di immagini dell'attentato. Una simile decisione era già stata presa a luglio, in occasione della strage di Suruc, quando era stata vietata la pubblicazione di foto e video relative all'attentato contro il centro sociale filo-curdo.
Il premier turco Ahmet Davutoglu incontrerà il vice primo ministro Yalcin Akdogan, il ministro della Salute Mehmet Muezzionglu, il ministro dell'Interno Selami Altinok, il capo dell'intelligence, il sindaco di Ankara.
Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha condannato "l'atroce attentato". "Condanno con forza questo attentato atroce contro la pace e l'unità del nostro Paese", ha dichiarato Erdogan in un messaggio pubblicato sul sito della presidenza. Erdogan ha deciso di annullare i suoi impegni a Istanbul, dove si trovava e oggi era atteso in due incontri, per tornare ad Ankara. Anche il principale partito di opposizione, il socialdemocratico Chp, e il partito filo-curdo Hdp hanno interrotto le iniziative odierne nell'ambito della campagna elettorale per il voto anticipato del primo novembre.
Amaro il commento del leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas: "Stiamo assistendo a un enorme massacro. Un atroce e barbaro attacco è stato compiuto. È una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc". Il riferimento di Demirtas è all'attentato a un suo comizio a Diyarbakir alla vigilia del voto di giugno, in cui morirono 2 persone, e a quello del 20 luglio a Suruc, con 33 attivisti morti.
Centinaia di manifestanti si sono radunati a Istanbul per protestare contro il governo, a cui attribuiscono la responsabilità dell'attacco. La gente grida 'Erdogan dimettiti' ed 'Akp assassino'. Sul posto poliziotti in tenuta antisommossa con cannoni ad acqua.
Il 20 luglio, una kamikaze si era fatta saltare in aria nel centro culturale Amara a Suruc, vicino al confine siriano. Lì si trovavano circa 300 giovani, riuniti per un forum sulla Rojava, il progetto di uno Stato curdo al confine sud della Turchia. Pesantissimo il bilancio della strage con almeno 33 morti e un centinaio di feriti. Tra le vittime, molti studenti universitari che avevano intenzione di aiutare la popolazione di Kobane, assediata per mesi dallo Stato islamico. Proprio quell'attacco aveva spinto pochi giorni dopo il presidente Recep Tayyip Erdogan a una svolta nella politica turca, avviando un'offensiva antiterroristica contro gli jihadisti dell'Isis ma anche contro il Pkk, rompendo così di fatto una tregua che durava da oltre 10 anni con i miliziani curdi. In questi mesi, Ankara ha inviato ripetutamente i caccia a bombardare basi dei guerriglieri curdi nel sud-est del Paese ma anche nel vicino Iraq, roccaforte del Pkk, che ha risposto con attentati e aggressioni contro le forze di sicurezza, in una spirale di violenza interrotta da anni. La campagna militare di Erdogan è stata subito denunciata dagli attivisti filo-curdi e dal partito Hdp, inaspettato trionfatore delle recenti elezioni dove si è affermato come seconda forze del Paese, che hanno accusato il leader islamista di voler mettere fine al processo di pace.
MOGHERINI - Il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, ha esortato la Turchia a "restare unita" contro il terrorismo dopo l'attacco alla stazione di Ankara. "Il popolo turco e tutte le forze politiche devono rimanere unite contro i terroristi e tutti coloro che cercano di destabilizzare un Paese che sta affrontando molte minacce", ha detto la Mogherini in un comunicato congiunto col commissario Ue all'allargamento, Johannes Hahn.
MATTARELLA - "Ho appreso con grande amarezza dell'ignobile attentato perpetrato stamani ad Ankara contro civili innocenti che manifestavano per la pace. Desidero condannare nella maniera più risoluta tale gesto vile e riprovevole che, nella sua barbara efferatezza, richiama l'urgenza di combattere uniti la piaga del terrorismo. In questo momento di grande dolore, desidero esprimere, signor presidente, la sincera vicinanza degli italiani tutti e dell'Italia, Paese amico ed alleato, a Lei, alle famiglie delle vittime e all'amico popolo turco". Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan.
NATO - Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha condannato l'attentato terrorista e ha ripetuto l'unità degli alleati dell'Alleanza Atlantica contro il terrorismo. "Condanno fortemente l'attentato terrorista nel centro di Ankara, che ha ucciso e ferito decine di persone", ha dichiarato in una nota. "Non ci può essere alcuna giustificazione per un attentato così orrendo contro persone che marciano per la pace", ha aggiunto. "Tutti gli alleati della Nato rimangono unti nella lotta contro il flagello del terrorismo", ha aggiunto Stoltenberg.
PKK ORDINA IL CESSATE IL FUOCO - Il Pkk curdo ha ordinato ai suoi miliziani di cessare le attività contro le forze di sicurezza turche, a meno che non siano attaccati. Lo riferisce l'agenzia di stampa Firat. La decisione arriva tre mesi dopo la fine della tregua che durava da due anni, annunciata dal Pkk come risposta all'offensiva anti-terroristica avviata fine luglio dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Secondo l'agenzia di stampa, il nuovo cessate il fuoco è stato deciso dietro pressioni dall'interno e dall'esterno della Turchia per evitare atti che potrebbero impedire lo svolgimento di "elezioni giuste e corrette" il primo novembre, in cui il partito filo-curdo Hdp punta a consolidare i consensi ottenuti nel voto di giugno. Bisogna vedere se la decisione rimarrà la stessa dopo la duplice esplosione ad Ankara.
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