martedì 23 ottobre 2012

Terremoto a l'Aquila, condanna a 6 anni per membri della Commissione Grandi Rischi


Terremoto a l'Aquila, condanna a 6 anni per membri della Commissione Grandi Rischi. Boschi: "Sono avvilito"


Il giudice del tribunale dell'Aquila ha condannato a sei anni di reclusione i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009 sugli eventi sismici all'Aquila. L'accusa aveva chiesto la condanna a quattro anni. Il giudice Marco Billi ha ritenuto i sette membri della commissione tutti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. A Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi sono state concesse le attenuanti generiche. Oltre alla condanna a sei anni, sono stati condannati anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Disposti risarcimenti per 7,8 milioni di euro - Ammonta a 7,8 milioni di euro il risarcimento disposto dal giudice Marco Billi nei confronti dei sette condannati al Processo Grandi Rischi. E' nel dispositivo della sentenza, letta in aula dal giudice unico, nei confronti dei condannati. A questa cifra vanno sommate le spese giudiziarie delle parti civili che ammontano a oltre 100 mila euro. Il giudice ha disposto anche altri risarcimenti da liquidarsi in separato giudizio in successivi protesti. I titoli provvisionali sono immediatamente esecutivi e devono essere liquidati in 90 giorni. La cifra riguarda due blocchi distinti di parte civile, una prima di 42 persone e una seconda di 13, tra vittime ed eredi diversi tra loro.
Il Pm: "Volevamo la verità, non dei colpevoli" - "Non ci sono commenti da fare se non quelli del giudice che ha letto la sentenza: tutto il filo conduttore del processo non era la ricerca di colpevoli, ma quella di capire i fatti, perché noi con il compianto procuratore capo, Alfredo Rossini, volevamo solo capire i fatti". Il pm Fabio Picuti, visibilmente teso, commenta a caldo la sentenza che ha condannato i sette membri della Grandi Rischi. "L'Aquila - ha spiegato - ha consentito che si tenesse questo processo delicato e si arrivasse a sentenza". E a chi, all'inizio dell'inchiesta, parlava di "processo folle" il pm risponde: "Non credo proprio, anche se qualunque processo penale rappresenta una sconfitta per tutti". Picuti per la seconda volta consecutiva vede accolta la richiesta di condannare i responsabili delle vittime del terremoto, dopo quella della scorsa settimana che ha visto dare tre anni e mezzo al direttore dei lavori dello stabile di via Rossi, in cui lo stesso direttore perse la figlia. Come in quella occasione aveva consolato l'ingegner De Angelis dopo la sentenza, anche stavolta il pm tiene a precisare che "anche di fronte a questa condanna riconosco l'istituto della presunzione di innocenza e quindi aspetteremo tutti i gradi di giudizio fino alla Cassazione". Picuti poi ha voluto rispondere indirettamente all'avvocato Alfredo Biondi che, a caldo, aveva parlato di mancanza di civiltà giuridica spiegando che "L'Aquila è invece terra di civiltà giuridica, perché ha consentito che si tenesse questo processo delicato e si arrivasse a sentenza".
Boschi (Ex presidente Ingv): "Sono avvilito e disperato" - "Sono avvilito, disperato". Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), commenta a caldo la sentenza di condanna da parte del giudice del tribunale dell'Aquila per i membri della Commissione Grandi rischi. "Pensavo di essere assolto. Ancora non capisco di cosa sono accusato". Il presidente dell'Isituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (ingv), Stefano Gresta, si è invece detto scioccato. "E' l'unico commento che mi viene da cuore e l'unica cosa che penso è che fra i condannati ci sono colleghi e amici". De Bernardinis ribadisce la propria innocenza. "Mi ritengo innocente di fronte a Dio e agli uomini". Così il professor Bernardo De Bernardinis, ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell'Ispra. "La mia vita da domani cambierà, ma se saranno dimostrate le mie responsabilità in tutti i gradi di giudizio - ha aggiunto - le accetterò fino in fondo".
Il legale del professor Barberi: "Sentenza sbalorditiva" - "Una sentenza sbalorditiva e incomprensibile, in diritto e nella valutazione dei fatti". Così l'avvocato Marcello Petrelli, difensore del professor Franco Barberi. "Una sentenza che - ha aggiunto - non potrà che essere oggetto di profonda valutazione in appello". Si è invece detto preoccupato, perché ritiene che la sentenza causerà ripercussioni anche sulla P.A., l'avvocato Filippo Dinacci, difensore dell'ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell'Ispra, Bernardo De Bernardinis, e del direttore del servizio sismico del dipartimento della Protezione civile, Mauro Dolce. "Questa sentenza avrà grosse ripercussioni sull'apparato della pubblica amministrazione - spiega -. Nessuno farà più niente".
L'avvocato Coppi: "Una sentenza sorprendente" - "E' una sentenza sorprendente", così l'avvocato Franco Coppi, difensore di Giulio Selvaggi, uno dei componenti, come direttore del Centro nazionale Terremoti, della Commissione grandi rischi, sotto processo all'Aquila. "E' una sentenza sorprendente sia in relazione a ciò che è risultato obiettivamente dagli atti processuali per tutti gli imputati sia per la posizione in particolare del dottor Selvaggi che nella riunione ha avuto un ruolo assolutamente marginale ma solo su richiesta del dottor Boschi", sottolinea l'avvocato Coppi, che aggiunge: "Una sentenza deludente quanto sorprendente". "Non resta che l'appello", avverte l'avvocato, sottolineando che "bisognerà attendere la motivazione per capire il percorso che il giudice ha compiuto, ma resta il fatto che dalla Commissione non è uscita nessuna rassicurazione, nessuna frase rassicurante alla popolazione, anzi hanno sempre ripetuto che l'Aquila è la zona sismica più pericolosa di tutto il Paese".
I geologi: “Mondo scientifico accusato ingiustamente” - Se la sentenza del giudice del tribunale dell'Aquila "dovesse riguardare la mancata previsione del sisma - ha detto il presidente del Consiglio dei geologi, Gianvito Graziano - significherebbe mettere sotto accusa l'intera comunità scientifica che, ad oggi, in Italia e nel mondo, non ha i mezzi per poter prevedere i terremoti". "Tuttavia - precisa Graziano - penso che l'accusa non vertesse sulla mancata previsione del terremoto, bensì su un comportamento omissivo della commissione rispetto ad una situazione di rischio, sottolineando comportamenti non diligenti. Se di ciò si tratta - conclude il presidente dei geologi - è necessario leggere attentamente la sentenza per capire in cosa, esattamente, i membri della Commissione Grandi rischi abbiano peccato".
Un esperto del Cnr: "Non vorrei passasse il messaggio che i sismi sono prevedibili" - "Una condanna durissima, e ciò che preoccupa sono le conseguenze che tale pronunciamento potrà avere: non vorrei passasse il messaggio che i terremoti si possono prevedere, perché ciò è impossibile. In linea di principio, allora, bisognerebbe evacuare l'intera popolazione ad ogni scossa?". Così il direttore dell'Istituto di geoingegneria del Cnr, Paolo Messina, commenta la condanna dei membri della Commissione Grandi Rischi da parte del giudice del Tribunale dell'Aquila. L'eventuale messaggio che i terremoti possano essere previsti, afferma Messina, "é molto pericoloso". In Italia, rileva l'esperto, "di sciami sismici ve ne sono in continuazione, in varie località geografiche. Se ogni volta si dovesse provvedere a misure di evacuazione delle popolazioni interessate, ciò creerebbe uno sconquasso enorme, dal punto di vista sociale ed economico. Una situazione assurda dal momento che - ribadisce lo specialista - il presupposto, valido in tutto il mondo, è che, ad oggi, i terremoti non possono essere previsti". Spesso, spiega Messina, "si presentano sciami sismici, anche prolungati, ai quali poi non segue alcuna scossa più forte o devastante. Se, per un principio di precauzione, si dovesse ogni volta procedere all'evacuazione della popolazione, ciò determinerebbe una situazione con effetti sconvolgenti". Precisando di non voler entrare nel merito della sentenza, della quale ancora non si conoscono le motivazioni, la "preoccupazione grande - conclude l'esperto - è che possa appunto passare nell'opinione pubblica il messaggio errato che le scosse sismiche sono prevedibili con anticipo".
Il presidente del Senato Schifani: "Una sentenza imbarazzante" - "E' una sentenza un po' strana e un po' imbarazzante" per cui "chi sarà chiamato in futuro a coprire questi ruoli si tirerà indietro". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani. "Bisogna vedere le motivazioni", ha aggiunto, sottolineando di augurarsi che da lì "emergano scelte inoppugnabili da parte dei magistrati in questa sentenza". Secondo il segretario del Pd Pierluigi Bersani, invece, "le sentenze vanno sempre rispettate e la giustizia deve fare il suo corso. Ma è importante anche dare solidarietà a queste terre ed è per questo che tornerò ancora a visitarle". Per il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini la sentenza altro non è che "una follia allo stato puro". Dopo questa sentenza, secondo Casini, qualsiasi professionista chiamato a un incarico di questo tipo "si tirerà indietro", viene così, ha evidenziato "sancito l'obbligo professionale a non sbagliare".
Giuliani: "Nulla ci ripaga per quanto accaduto" - "Non mi aspettavo sei anni, pensavo che la condanna sarebbe stata inferiore. Non provo nessun godimento, nessuna sentenza ci ripaga di quanto accaduto". Lo ha detto Giampaolo Giuliani, il tecnico di ricerca che studia il radon come precursore sismico e che nei giorni precedenti alla tragedia aveva lanciato l'allarme. "Quello che è emerso dal processo è che i membri della Commissione avevano una grande responsabilità e sono venuti meno". Così Giampaolo Giuliani, il tecnico di ricerca sul radon che studiò la serie di scosse a L'Aquila prima della tragedia. "La cosa meravigliosa, della quale vado orgoglioso, è sapere che ci sono giudici e avvocati che sono riusciti a portare avanti un processo storico, su un argomento così difficile da trattare. Per la prima volta, in meno di tre anni un processo esce con una sentenza. Per Ustica e Bologna sono passati 30 anni senza trovare responsabili".

Nessun commento:

Posta un commento