sabato 13 ottobre 2012

I GIUDICI BOCCIANO I TAGLI DEGLI STIPENDI PER I GIUDICI


I GIUDICI BOCCIANO I TAGLI DEGLI STIPENDI PER I GIUDICI




Roma, 12 ott. - Toccava a loro l'ultima parola ed hanno deciso: la Corte Costituzionale ha salvato dai tagli  gli stipendi dei magistrati e dei manager della pubblica amministrazione, insomma tutti quei dipendenti pubblici con un reddito superiore ai 90 mila euro. Il motivo, presto detto: "violazione del principio di uguaglianza per tutti i dipendenti pubblici rispetto ai privati". Ma per la tanto bistrattata politica non sono stati usati gli stessi parametri. Gli affondo sono sempre piu' numerosi ed un boato invisibile accompagna ogni tipo di sforbiciata, giusta o sbagliata che sia. Ma c'e' di piu'. Secondo la Corte, l'adeguamento automatico triennale e' garanzia di indipendenza non avendo le toghe nessun altro strumento contrattuale. I tagli erano stati decisi da Tremonti con il governo Berlusconi, che riduceva del 5% , fino al 31 dicembre 2013, le retribuzioni tra i 90 mila ed i 150 mila e del 10% la parte eccedente i 150 mila euro. La decisione sara' retroattiva al 2011 ed al solo Senato costera' 2, 2 milioni di euro l'anno. La sentenza riguarda 26.472 tra dipendenti e manager (tra cui 10 mila medici) per un ammontare ci circa 23 milioni all'anno. Il governo dovra' subito intervenire correggendo la legge di stabilita' appena approvata. Sull'argomento e' intervenuto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sottolinenado: "lo sconcerto dei cittadini, pur in presenza di una sentenza ineccepibile dal punto di vista giuridico: un cittadino non capisce perche' per gli esodati non si trova una soluzione ma si interviene per annullare  una decisione presa dal governo per limitare gli stipendi dei manager pubblici".

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