sabato 17 novembre 2012

Terracina: Bimba di tre anni ingoia parte di una forchetta


Posate pericolose a mensa
Bimba di tre anni ingoia parte di una forchetta: trasferita al pronto soccorso
PAU R A e rabbia tra i genitori
della scuola «Giovanni Paolo
II» in via Badino a Terracina.
Una bambina di appena tre
anni ha ingoiato il rebbio,
cioè il dente di una forchettina di plastica e per qualche
istante si è temuto il peggio.
La fortuna ha voluto che
l’oggetto contundente non si
sia fermato in gola e che la
piccola non abbia avuto problemi a respirare e deglutire.
Ma comunque si è reso necessario il trasferimento al
pronto soccorso dell’ospeda -
le «Fiorini» di Terracina dove i medici hanno sottoposto
la bambina a tutti i controlli
del caso, consigliando alla
mamma di trattenerla alcuni
giorni in osservazione per
prevenire eventuali complicazioni. I fatti si sono svolti
nei giorni scorsi durante l’ora
di refezione scolastica. I
bambini, come tutti gli altri
giorni, stavano mangiando il
pasto che il servizio mensa
a v e v a   s e r v i t o .  Q u a n d o
all’improvviso la piccola deve aver addentato in modo
troppo forte la forchetta, che
si è spezzata troppo facilmente. Un dente della posata
di plastica è stata ingerita e il
personale scolastico si è affrettato a contattare la madre
della piccola. Inevitabile la
preoccupazione del genitore
che, dopo aver portato la
bambina al pronto soccorso e
aver accertato che sua figlia
stava bene, ha voluto comunque sollevare il problema.
Una questione-forchette, in
effetti, esiste da tempo, segnalata per giunta anche dagli stessi insegnanti anche in
altre scuole di Terracina. Purtroppo quello che si temeva,
cioè un incidente durante i
pasti, alla fine si è verificato,
fortunatamente senza risvolti
drammatici. Il problema riguarda la consistenza delle
posate che vengono date in
uso ogni giorno ai bambini.
Si tratta – si lamentano i
genitori dei piccoli alunni –
di forchettine che si spezzano
troppo facilmente. Sono regolari? Sono collaudate per i
bambini? Possibile che nessuno abbia pensato di utilizzare posate di
qualità superiore e più res i s t e n t i ?   A
quanto sembra
la scuola ha ricevuto le lamentele e si è
a t t i v a t a   p e r
cercare di venire a capo del
p r o b l ema .   E
pure la Asl sarebbe stata informata di tutto. Ma a dis t a n z a   d i
qualche giorno non è cambiato nulla: ai
bambini vengono serviti i
p a s t i  c  o n   l e
s t e s s e   s t ov iglie «pericolose» e quindi
con il rischio
che possa succedere qualcosa. Intanto sale la rabbia tra le
famiglie. C’è chi ha già deciso di non far mangiare i figli
a scuola e chi invece sta valutando l’opportunità di far
portare le posate da casa.
Francesco Avena

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