sabato 4 aprile 2015

Torna il falso in bilancio ma intercettazioni escluse per società non quotate.

Torna il falso in bilancio ma intercettazioni escluse per società non quotate. Maggioranza di un pelo su alcuni punti

. Politica
Torna il falso in bilancio, che venne depotenziato da Berlusconi nel 2002 anche se rivisto nel 2005. Torna dunque ad essere reato senza alcuna eccezione nella nuova formulazione  per le "false comunicazioni sociali". Pena da uno a cinque anni. Lo ha deciso il Senato approvando alcune norme contenute nel ddl Anticoruzione. E si tratta di una delle parti più rilevanti dell'intero provvedimento. I voti favorevoli sono stati 124 con 74 no e 43 astensioni per un totale di 117. Ed al Senato l'astensione vale come voto contrario. Ma ci sono state altre le votazioni in cui la maggioranza e' stata appeso un filo. Solo per uno scarto di cinque voti e' stato respinto un emendamento di Caliendo di Forza Italia che chiedeva una diversa formulazione del falso in bilancio. Molti i senatori azzurri assenti, compreso Verdini, che con la loro assenza hanno dato una mano al governo. Non sono passati neanche gli emendanti di Sel e della Lega che proponevano di alzare le soglie a due e sei anni, modifica che avrebbe reso possibili le intercettazioni, anche per le società' non quotate. E' scattata invece una stretta per le quotate in borsa, con pene dai 3 anni agli 8 anni e quindi con possibilità di intercettazioni. Sono passate anche le norme che prevedono per le società non quotate una riduzione di pena in caso di fatti di lieve entità e quelle sulle multe in termini di quote azionare per i responsabili di falso in bilancio. Per Forza Italia si tratta solo di "propaganda", mentre c'e'  grande soddisfazione della maggioranza per avere portato in porto la legge, dopo avere superato numerosi ostacoli anche nei rapporti tra il Pd ed il Nuovo centrodestra.

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