25 aprile, con il Partigiano Johnny tra i boschi di Cascina di Langa e sui sentieri di Fenoglio
Il Pavaglione della "Malora", passi, boschi e "rittani" teatri di fughe e combattimenti, la nebbia d'aprile e poi lei, cascina di Langa: qui Fenoglio trascorse da solo l'inverno '44. A 70 anni dalla liberazione, un viaggio nei luoghi simbolo del romanzo della Resistenza
“Partirono. Per l’oscurità e le cautele impiegarono più di un’ora ad arrivare a veder la cresta. In repentinità quasi di miraggio, massima e stregata, apparve la grande cascina solitaria sulla cresta, con lumi e fessure delle sue impannate scassate. Salirono d’un altro po’ ed allora esplose la voce della cagna lupa”.
Era novembre, adesso è aprile. Eppure, dopo settant’anni – alle due di un pomeriggio di una finta primavera – la nebbia sembra quasi non essersi mai dissolta da allora. I settecento metri dellacascina di Langa tra Benevello e Trezzo Tinella ti accolgono dentro quello che Paolo Conte potrebbe chiamare un bicchiere di acqua e di anice. Un lenzuolo bianco nasconde l’arco alpino, i noccioleti e le vigne, che di quelle mille e mille gocce di vapore fresco – prima di restituirtene il sapore in un bicchiere – si nutrono. Non c’è traccia della val Tanaro né della val Bormida, stese ai lati di quel crinale così prezioso proprio perché permetteva di osservare i movimenti sia dalla parte di Alba che da quella di Asti.