domenica 9 settembre 2012

Badanti, guida alla sanatoria


Badanti, guida alla sanatoria

badanti e colf scade il termine per la regolarizzazione
badanti e colf scade il termine per la regolarizzazione
Genova - Almeno verranno risparmiate le lunghe code in attesa fuori dalle questure, nella speranza di coronare il sogno di uscire dall’ombra, dalla zona grigia, e tornare ad essere cittadini in regola con i propri diritti e doveri. Perché la nuova sanatoria decisa dal Governo avrà la procedura di richiesta esclusivamente via web. Le porte dello sportello on-line all’indirizzowww.interno.gov.it si aprono alle 8 di sabato prossimo e chiudono solo allo scoccare della mezzanotte del 15 ottobre; particolare niente affatto trascurabile: non sono state fissate quote massime di ammissione.
Tutto nasce dal giro di vite previsto per gli imprenditori che sfruttano il lavoro straniero in nero: viene data la possibilità - l’ultima - di un ravvedimento operoso, prima della grande stangata. Comunque, il Ministero dell’Interno, quello del Lavoro e delle Politiche Sociali, quello dell’Economia e della Cooperazione internazionale hanno fornito le indicazioni operative sugli adempimenti che gli Sportelli Unici per l’immigrazione dovranno adottare in attuazione della procedura per la presentazione della dichiarazione di emersione del rapporto di lavoro irregolare a favore di lavoratori stranieri. Il decreto del ministro dell’Interno del 29 agosto 2012, infatti, è stato registrato presso la Corte dei Conti ed è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
I punti cardine
Nella circolare del 7 settembre scorso vengono riepilogati e chiariti i punti cardine che riguardano la procedura. Intanto, a dichiarazione di emersione va presentata dopo il pagamento di un contributo forfetario di 1.000 euro per ciascun lavoratore (importo non deducibile ai fini dell’imposta sul reddito).
Il contributo forfetario va versato esclusivamente tramite il modello di pagamento “F24 Versamenti con elementi identificativi”, reso disponibile sui siti internet dell’Agenzia delle Entrate, ma anche dell’Inps e dei Ministeri interessati. Il modello di pagamento deve contenere, oltre ai dati relativi al datore di lavoro, anche il numero di passaporto o di altro documento simile del lavoratore.
L’ammissione alla procedura di emersione è condizionata alla verifica del possesso, da parte del datore di lavoro (sia esso persona fisica o società), di un reddito imponibile o di un fatturato risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi non inferiore a 30.000 euro annui, salvo il caso di un lavoratore addetto al lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare, nel qual caso il reddito imponibile del datore di lavoro non può essere inferiore a 20.000 euro annui in caso di nucleo familiare composto da una sola persona che percepisce il reddito, oppure non inferiore a 27.000 euro annui in caso di nucleo familiare inteso come famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi.
Il datore di lavoro deve dimostrare la regolarizzazione delle somme dovute al lavoratore a titolo retributivo, anche relativi ai contributi, per il periodo della durata del rapporto di lavoro o comunque non inferiore a 6 mesi, attraverso una attestazione redatta congiuntamente al lavoratore, del pagamento degli emolumenti dovuti in base al contratto nazionale riferibile alle attività svolte. È importante chiarire che non sarà necessario concentrare la presentazione delle domande nella fase iniziale della procedura, in quanto non sono state fissate quote massime di ammissione.
La procedura 
Lo Sportello unico per l’Immigrazione (Sui) riceverà, infatti, le domande dal sistema informatico del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno nel rispetto dell’ordine cronologico di ricezione.
Successivamente, sarà lo stesso Sportello Unico ad acquisire dalla questura e dalla Direzione territoriale del lavoro i previsti pareri sulla dichiarazione di emersione. Ricevuti i pareri, quindi, lo Sportello convocherà le parti per gli ulteriori adempimenti.Come sperimentato in altre analoghe occasioni, saranno operativi i protocolli d’intesa stipulati con l’Anci, le Associazioni di categoria, le Organizzazioni sindacali e i Patronati che vorranno fornire assistenza per la compilazione e l’inoltro delle domande.
Infine, nella circolare, vengono ribadite le condizioni per la sospensione dei procedimenti penali ed amministrativi e la presentazione di false dichiarazioni. Però, tutto questo in teoria. Perchè poi spesso le cose vanno diversamente.
I numeri 
Per esempio, «ci sono immigrati che finiranno per pagare di tasca loro - ammonisce Roberto Vintoni del Csi, Centro Servizi Immigrati - Lo si capisce già dal fatto che mente in passato i lavoratori stranieri inviavano denaro perso i Paesi d’origine, ai familiari rimasti in patria, ora avviene il fenomeno inverso.
I money trasfer del centro storico di Genova stanno lavorando tantissimo per denaro in arrivo dall’estero per pagare i permessi di soggiorno. E ci parla di 1.700 o 1.800 euro a persona, che in Paesi con il costo della vita molto inferiore, nono parecchi soldi».
Spiega Patrizia Bellotto della Cgil: «A Genova ci sono 70.000 stranieri in regola; stimiamo che gli irregolari siano il 10% di questa cifra, quindi intorno ai 6.500». Dati ottimistici, secondo il Csi: «A noi ne risultano il doppio, circa 13.000», nota Vintoni. A conferma che sul tema regna una grande certezza. Dopo Roma, Milano e Torino, Genova è la città d’Italia che ospita il maggior numero di immigrati.

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