sabato 25 agosto 2012

Terracina:assassinio di camorra


Prende piede l’ipotesi che l’assassinio sia stato commissionato da ex amici
Una vita criminale
Manomozza era ai vertici degli Scissionisti insieme al fratello
FREQUENTAVA la spiaggia di Terracina e quindi
anche la città da almeno 3
anni, Gaetano Marino alias
«mani di legno» o «moncherino» freddato ieri davanti lo storico stabilimento Il Sirenella. Preferiva
l’abbonamento giornaliero
e scendeva al mare con la
famiglia dopo essere uscito da un noto hotel del
litorale dove aveva una
stanza in affitto. Certo, non
passava inosservato «mani
di legno» ma forse non
tutti conoscevano il suo
curriculum. E’ il fratello di
Gennaro Marino al 41bis
dal 2005 considerato uno
dei capi militari degli Scissionisti, protagonista di
una delle guerre tra famiglie di camorra più sanguinosa del Paese. Parliamo
della faida di Scampia, siamo nel 2003/2004 a Napoli, da un lato c’erano i Di
Lauro dall’altro l’a sse
Amato, Pagano, Marino
meglio conosciuti come gli
Scissionisti. Il padre dei
fratelli Marino, Crescenzo,
era stato ucciso per vendetta dai Di Lauro, lo chiamavano McKay per la somiglianza con il personaggio
di una serie western degli
anni ‘80, nomignolo ereditato anche dai figli. Ed
anche quanto accaduto ieri
sul litorale di Terracina,
sembrava un film, una scena surreale ma vera ed in
provincia di Latina. Anche
sulla figura di Gaetano girano tante storie. Perse entrambe le mani a causa
dell’esplosione di un ordigno si dice nell’ambito di
una faida con i Ruocco.
Erano gli anni ‘90 e Marino avrebbe cercato di fare
esplodere una villa ma la
bomba gli saltò in mano. A
lui venne attribuito, tra
l’altro, dopo un’indagine
del Gico del 2010, il ruolo
di «ambasciatore» con la
mafie albanese a Bari. Ma
il suo conto con la giustizia, l’aveva pagato. Con la
giustizia per l’appunto ma
con qualcun altro no. Forse
Gaetano si era ritrovato
sulle spalle l’eredità lasciatagli dal fratello Gennaro all’interno di un sodalizio criminale, quello deg l i   S c i s s i o n i s t i
decisamente allargato rispetto al 2005. Oltre ai
Pagano e agli Amato, anche le famiglie Abete, Abbinante, Notturno e Marino ovviamente. Che l’ag -
guato non sia proprio
maturato all’interno di
questo cerchio criminale?
E’ questa una delle ipotesi
che a Napoli ha iniziato ha
prendere piede subito dopo la notizia dell’omicidio
a Terracina, arrivata nei
quartieri della città in pochissimo tempo, lo stesso
che ci vuole dalla spiaggia
del Sirenella a scendere
giù e ad oltrepassare il
Ga r i g l i a n o .  Un   b a t t e r
d’occhio. La stessa direzione presa dall’auto del
killer durante la fuga.
Sembra che prima della
trasferta in provincia di
Latina, Gaetano Marino
avesse lasciato la sua abitazione nel quartiere delle
Case Celesti. Perchè? Forse non si sentiva sicuro.
Però dai suoi killer ci è
andato volontariamente
dopo avere risposto ad una
chiamata al cellulare. E
alla fine il discorso è sempre lo stesso, tutti sapevano chi era Marino, soprattutto dopo la comparsata
su Rai Due, tutti sapevano,
forse qualcuno aveva sottovalutato però la sua presenza. Fino a ieri ovvia

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