sabato 25 agosto 2012

Terracina: omicidio spietato davanti al figlio


UNA decina di colpi di pistola di
cui uno mortale alla testa.
Un’esecuzione in piena regola,
alle cinque del pomeriggio, sul
lungomare Circe davanti l’in -
gresso dello stabilimento balneare
«Sirenella». Gaetano Marino,
48 anni, esponente di spicco del
clan camorristico «scissionista»
Di Lauro di Secondigliano a Napoli,
è morto sul colpo. Il suo
corpo giaceva riverso a terra contro
lo sportello di una Alfa Romeo
nera. Con la vittima c’erano
un bambino, suo figlio, insieme a
un altro uomo riuscito a sfuggire
al terribile agguato e a mettere in
salvo il piccolo fuggendo in
spiaggia. I sicari, secondo i primi
accertamenti due persone a bordo
di una utilitaria di colore
chiaro, hanno colpito in pochi
istanti. Un’azione da professionisti:
sono arrivati davanti l’in -
gresso dello stabilimento balneare,
hanno avvicinato Marino che
in quel momento si trovava sul
ciglio della strada e all’improv -
viso hanno scaricato
tutti i colpi della pistola.
Pochi secondi dopo
sono scappati a tutta
velocità, mentre la vittima
si accasciava priva
di vita a terra e il
bambino con l’altro
uomo si mettevano al
riparo. Chi era in
spiaggia ha raccontato
di aver sentito alcune
esplosioni di lieve entità,
come fossero dei
botti. Ma immediatamente
sul marciapiede
è scattato il fuggi
fuggi e subito si è capito
che in strada era
successo qualcosa di
molto grave. I presenti
hanno urlato dalla disperazione,
chiamando
i soccorsi, poi rivelatisi
inutili. Quando
un’autoambulanza del
pronto soccorso dell’o s pe d al e
«Fiorini» è arrivata sul lungomare
Circe, l’uomo era già morto.
Sul corpo i segni della cruda
esecuzione. Mentre si formavano
i primi capannelli di persone
tutt’intorno alla scena del delitto,
sono arrivati polizia del Commissariato
di Terracina, carabinieri
e finanzieri della locale tenenza.
L’area è stata recintata
per consentire agli investigatori
di raccogliere tutti gli elementi
utili alle indagini. Il vice questore
aggiunto Rita Cascella ha seguito
da vicino, insieme al capitano
dei carabinieri Angelo Bello,
al comandante del Norm
Mario Giacona, al tenente della
guardia di finanza Fabiana Cretì,
tutte le operazioni, raggiunti poco
dopo dalla polizia di Latina e
dal colonnello Giovanni De
Chiara. La squadra della polizia
scientifica di Terracina ha lavorato
tre ore per repertare e fotografare
tutti gli indizi sulla scena
del delitto. Gli investigatori hanno
raccolto più testimonianze
possibili per ricostruire quei minuti
concitati. L’omicidio è avvenuto
alle 17, quando quel tratto
di lungomare, vista la presenza
dei bagnanti e il traffico, è
piena di gente. I sicari hanno
avvicinato la vittima che forse li
attendeva oppure, altra ipotesi al
vaglio degli inquirenti, potrebbero
averlo fatto salire sul marciapiede
con qualche scusa. Non si
esclude che prima di sparare possano
aver compiuto una ricognizione
in zona. Poi, al momento
opportuno, hanno colpito. La
scarica di colpi sul corpo di Gaetano
Marino, napoletano ma che
da qualche anno trascorreva le
vacanze a Terracina con la famiglia,
non hanno lasciato scampo
al 48enne. Poi gli assassini sono
fuggiti. Polizia e carabinieri hanno
ascoltato i presenti: qualcuno
sarebbe anche riuscito a prendere
il numero di targa che però dai
primi accertamenti risulterebbe
falsa. Forse creata appositamente
per l’esecuzione. Un altro segno
che ad agire sono stati killer
professionisti - a quanto pare
hanno agito a volto scoperto -
assoldati per compiere un agguato
studiato nei minimi particolari.
Adesso polizia e carabinieri
stanno lavorando a ritmo serrato
per ricostruire tutti i tasselli della
vicenda, coordinati dal sostituto
procuratore di turno Eleonora
Tortora, arrivata sul lungomare
per un sopralluogo. Dopo circa
tre ore dal regolamento di conti
culminato con l’uccisione di
Gaetano Marino, la salma del
48enne è stata trasferita all’obi -
torio del cimitero di via Anxur in
attesa che il magistrato disponga l'autopsia.

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