mercoledì 29 agosto 2012

Interpellanza al governo dal deputato Pd Sesa Amici «Territorio inquinato, istituire l’A n t i m a fi a »


Interpellanza al governo dal deputato Pd Sesa Amici
«Territorio inquinato,
istituire l’A n t i m a fi a »
«ISTITUIRE una sezione della DIA
e della DDA nella provincia di Latina e rivedere la soppressione delle
sezioni distaccate di Terracina e
Gaeta decisa nell’ambito della razion   a   l i   z   z   a   z   i o   n   e
delle circoscrizioni giudiziar i e » .   Q u e l l a
c h e   s o l o   l a
scorsa settimana poteva sembrare un’istan -
za simile a tante altre della
p o l i t i c a   p e r
cont e s t a r e   l a
«spending review» del governo Monti e
sostenere una
p i ù   e f f i c a c e
politica della
s i c u r e z z a   i n
territorio pontino, da giovedì scorso assume un valore
nuovo, e suona
come un campanello d’allarme fin
dentro Montecitorio. A metterla nero
su bianco con un’interpellanza parlamentare è la deputata del Partito
democratico Sesa Amici, che dopo
l’agguato mafioso e l’uccisione del
boss Gaetano Marino del 23 agosto
sul lungomare di Terracina, episodio
preceduto meno di un mese prima
dall’uccisione di Modestino Pellino,
affiliato al clan Moccia, in una piazza
di Nettuno, ha chiesto dal parlamento ai ministri dell’Interno Anna Maria Cancellieri e della Giustizia Paola
Severino di rivedere le scelte operate
in materia di razionalizzazione degli
uffici giudiziari. Di più, Amici sugg e r i s c e   l ’ i s t i t u z i o n e   d i   u f f i  c i
dell’Antimafia in provincia di Latina, dove mafia, camorra e ‘ndran -
gheta hanno ormai indubitabilmente
affermato la loro presenza criminale.
«La criminalità cerca di occupare
nuovi territori - scrive Amici - per
questo lo Stato deve rafforzare la sua
presenza: il litorale laziale e il sud
pontino sono ormai zone fortemente
penetrate dal crimine organizzato
che controlla riciclaggio di denaro,
investimenti nell’edilizia, traffico di
droga. Nei clan è inoltre in corso una
lotta spietata per la supremazia. Numerose relazioni della Dia e della
Dda lo hanno da tempo confermato
che il basso Lazio e il litorale sono da
tempo terreno di penetrazione degli
interessi criminali. È accertato, inoltre, che esponenti di famiglie camorristiche della vicina Campania e delle ‘ndrine calabresi passano lunghi
periodi nelle cittadine turistiche del
sud pontino. Lo Stato - è la tesi di
Amici - perciò ha il
dovere di respingere
questo attacco alla
legalità e per questo
chiediamo una riflessione sul rafforzamento della sua
presenza in queste
aree». Niente mezzi
termini, dunque, per
la deputata democratica, che dai banchi della maggioranza che sostiene il
governo Monti invita senzi mezzi termini il governo a
non sottovalutare la
penetrazione mafiosa nel Basso Lazio.
Tanto più ora, che
da una spietata esecuzione messa a segno in una normale
località balneare, sembra essere
scoppiata una nuova faida criminale.

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