sabato 25 agosto 2012

Basta negare la criminalità


Legambiente chiede l’istituzione di Dia e Dda. La Caponnetto: si sentono sicuri
«Basta negare la criminalità»
BISOGNA ristabilire la sicurezza e l’ordine
sociale: negare la presenza della criminalità
organizzata non è più tollerabile. Duro e
puntuale il commento del coordinamento provinciale
di Legambiente alla notizia dell’omi -
cidio di camorra avvenuto ieri pomeriggio a sul
lungomare di Terracina. Il presidente provinciale
Marco Omizzolo punta il dito contro chi,
fino a oggi, ha «negato» il fenomeno
del radicamento della «mala
» nella provincia di Latina e
propone un nuovo patto per la
battaglia al consolidamento delle
mafie sul territorio. «Urge un
nuovo patto e impegno comune
per vincere la sfida contro le
mafie e riportare la provincia di
Latina ai livelli di benessere, sicurezza
e legalità degni di un paese
civile» ha detto Omizzolo. «Considerato
quanto accaduto, è indispensabile
rompere con qualunque
forma di negazionismo del
fenomeno e indifferenza nei suoi
riguardi. Le mafie non solo sono
presenti in provincia di Latina con
beni, imprese e personaggi di
primo piano, non solo considerano
la provincia di Latina luogo
ideale per il riciclaggio del denaro
sporco, ‘buen retiro’ dei propri
affiliati e occasione per realizzare profitti mediante
i business tipici delle ecomafie ma
uccidono in pieno giorno considerandosi evidentemente
sufficientemente al sicuro e protette
». Legambiente propone di «sostenere le
forze dell’ordine e la magistratura», chiedendo
«l’istituzione anche a Latina della Dia e della
Dda». Amaro anche il commento dell’associa -
zione antimafia «Caponnetto», che in una nota
ieri sera commentava con queste parole: «Si
spara e si uccide ormai in mezzo alla gente.
Spavaldi, incuranti della vita degli innocenti, i
camorristi arrogantemente impongono le loro
leggi di morte, forti dell’impotenza di uno Stato
che sembra aver alzato bandiera bianca di
fronte alla criminalità organizzata». L’associa -
zione antimafia «Caponnetto» solleva anche
dubbi sulle «sponde nella politica e nelle
istituzioni» che la malavita organizzata può
trovare nel territorio per radicarsi e svilupparsi.
«Non è possibile che camorristi, ‘ndranghetisti
e mafiosi di ogni genere possano investire i loro
immensi capitali, uccidere e dettare le loro
leggi di morte». Bisogna alzare la voce perché
c’è «l’indifferenza, purtroppo, della maggior
parte della gente che non si rende conto che il
silenzio e l’inerzia sono i migliori alleati delle mafie.

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