lunedì 6 luglio 2015

SYRIZA ALLE TERMOPILI: PROCLAMA IL DEBITO "ILLEGALE, ILLEGITTIMO E ODIOSO"

SYRIZA ALLE TERMOPILI: PROCLAMA IL DEBITO "ILLEGALE, ILLEGITTIMO E ODIOSO"
di Maurizio Blondet
Il Comitato di Verità sul Debito Pubblico, creato due mesi fa ad Atene dal parlamento ellenico, ha dato il suo rapporto. In esso si legge: “Tutte le prove che presentiamo mostrano che la Grecia non solo non ha la possibilità di pagare questo debito, ma che non deve pagare questo debito, prima di tutto perché il debito che emerge dagli arrangiamenti della Troika è una diretta violazione dei diritti umani fondamentali degli abitanti di Grecia, da cui siamo giunti alla conclusione che la Grecia non ha da pagare questo debito in quanto illegale, illegittimo ed odioso” (zerohedge.com).
Un’altra frase va sottolineata perché è semplicemente, la verità: “È risultato al Comitato che l’insostenibilità del debito pubblico greco era evidente fin dall’inizio ai creditori internazionali, alle autorità elleniche, ai media del sistema. Ma le autorità elleniche, insieme con altri governi nella UE, hanno cospirato contro la ristrutturazione del debito pubblico nel 2010 onde proteggere le istituzioni finanziarie, I media del sistema hanno nascosto la verità al pubblico dipingendo una situazione in cui il salvataggio era detto essere a beneficio della Grecia, mentre si agitava una narrativa intesa a dipingere la popolazione come colpevole delle sue disgrazie”.
La crescita del debito non è dovuta ad una spesa pubblica eccessiva, che di fatto è rimasta più bassa della spesa pubblica di altri Paesi dell’Eurozona, ma al pagamento di tassi d’interesse estremamente alti ai creditori, a spese militari eccessive e ingiustificate (i sottomarini tedeschi, ndr.), a perdita di introito fiscale causato da fuga illecita di capitali, da ricapitalizzazione a carico dello stato di banche private, e dagli sbilanci internazionali creati attraverso le falle nel progetto dell’Unione Monetaria stessa”.
Diversi argomenti legali consentono ad uno Stato di ripudiare unilateralmente il suo debito illegale, odioso ed illegittimo. Nel caso greco, tale atto unilaterale può essere basato sulla malafede dei creditori che hanno spinto la Grecia a violare la legge nazionale e le obbligazioni internazionali relative ai diritti umani; alla preminenza dei diritti umani sugli accordi che i precedenti governi hanno contratto con la Troika; dalla coercizione; dai termini sleali che apertamente infrangono la sovranità e la Costituzione greca; e infine dal diritto riconosciuto nelle norme internazionali per uno Stato di prendere contromisure contro atti illegali dei suoi creditori, i quali volontariamente danneggiano la sua sovranità di bilancio , la obbligano ad assumere un debito illegittimo, illegale ed odioso...”.
È una sfida all’eurocrazia, al mostro freddo che è diventata l’Europa. Non so prevedere quale sarà la punizione che il mostro freddo farà pagare, pur di mantenere salda la gabbia in cui rinchiude tutti noi. Dico che questo atto di coraggio ricorda i trecento alle Termopili; un piccolo popolo contro i giganti, senza alcuna speranza, armato solo della sua dignità. Pronto a soffrire il soffribile per difendere la sovranità contro i “trattati”. Un cittadino greco ha detto: “Possono prenderci i soldi, ma non possono strapparci i nostri cuori ed anime. Viviamo per la nostra dignità”.
Sì, queste sono le Termopili d’Europa. Il mostro vincerà e passerà sopra i greci, nostri fratelli; dovremmo aiutarli, essere al loro fianco. Perché sconfitti loro, il mostro freddo divorerà anche noi – noi senza dignità da difendere.
Ci vuole il coraggio, una volta tanto. Il coraggio che mancò al “venerato maestro” Guido Carli, uno di quelli che “ci hanno portato in Europa”, anche se ne vedeva le falle e i trucchi, e ne previde esattamente gli esiti. Vide una Repubblica Federale Tedesca egoista, la cui politica “mal si concilia con quella della integrazione europea (...) e ricorda quella della Germania guglielmina: conquista dei mercati attraverso metodi contrari a quelli della concorrenza; progressiva esclusione dai mercati dei concorrenti meno agguerriti; crescente ricorso ad espedienti contrari ai principi della concorrenza per estendere le sfere d’influenza”.
Sono parole del 1953. Vedeva già quello che sarebbe successo, Carli. Non manca a volte l’intelligenza, ma all’italiota manca – sempre – il coraggio e la dignità. La dignità di dire no.
Questi personaggi, da Ciampi a Prodi a Monti, hanno messo la testa della nazione sulla mannaia, ed hanno chiesto al boia, per favore, di legarci le mani dietro la schiena così non possiamo ribellarci. La ribellione è necessaria, e richiede oggi coraggio e sacrifici – molti più di quelli che avremmo dovuto sopportare se con dignità avessimo rifiutato di entrare nel complotto europeo per la nostra deindustrializzazione.

Adesso, la Grecia ci dà l’esempio. Gliela faranno pagare, se la lasciamo sola.

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