giovedì 16 luglio 2015

Fumata bianca sul nucleare: dopo Cuba Obama apre a Teheran.

Fumata bianca sul nucleare: dopo Cuba Obama apre a Teheran. Via le sanzioni, l'Iran senza atomica per 10 anni. La rabbia di Israele "Errore storico"


Fumata bianca a Vienna sul nucleare iraniano. A qualche settimana dallo storico disgelo con Cuba il presidente Obama può incamerare un nuovo successo in politica estera aprendo una nuova era nei rapporti con l'Iran degli Ayatollah (che era ancora compreso nella lista dei paesi dell'Asse del Male). E' sceso il gelo con Israele che accusa gli Usa di aver commesso un "errore storico" ma Obama e i leader degli altri paesi occidentali hanno firmato l'intesa anche in funzione anti-Isis: nello scacchiere medio-orientale avere dalla propria parte un nemico giurato del Califfo come è oggi l'Iran sciita non guasta, anzi rafforza la coalizione internazionale contro il jihadismo terrorista di Al-Baghdadi.  I colloqui tra Teheran e le potenze mondiali (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania, il cosiddetto 5+1) si sono dunque conclusi positivamente con un accordo che prevede l'annullamento delle sanzioni a Teheran in cambio di un freno ai programmi nucleari di questo paese che non potranno svilupparsi in campo militare e di ispezioni anche nei siti più delicati. Per dieci anni il paese degli ayatollah non potrà avere l'atomica, un punto dell'intesa sottolineato con forza da Obama. La fumata bianca di Vienna è stata salutata con entusiasmo dal presidente Obama e da tutti i paesi coinvolti nella trattativa - a Teheran la gente è scesa in strada per festeggiare soprattutto la fine delle sanzioni - compresa la Russia e con rabbia invece da parte di Israele. "Una resa da parte dell'Occidente di fronte all'asse del Male con l'Iran in testa" è la posizione espressa da Gerusalemme che con il premier Netanyahu ha sottolineato come "inoltre adesso l'Iran disporrà di centinaia di miliardi di dollari con i quali potrà rilanciare i meccanismi del terrorismo, il suo espansionismo e la sua aggressività in Medio Oriente e in tutto il mondo". L'accordo dovrà essere approvato entro 60 giorni dal Congresso americano dove però i repubblicani promettono battaglia anche per sostenere Israele. Ma Obama - che ha parlato dalla Casa Bianca di un accordo "basato non sulla fiducia ma sulle verifiche" (se Teheran non rispetta le condizioni tornano le sanzioni) ha già annunciato che bloccherà qualunque tentativo di bocciare il compromesso raggiunto a Vienna. Da parte iraniana la stessa grande soddisfazione: "E' un'intesa in cui hanno vinto tutte e due le parti, si è aperta una nuova era di speranza" (nella foto Kerry e il ministro degli esteri iraniano Tarif).

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