Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado dal tribunale di Napoli a tre anni di reclusione (e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici) per concorso in corruzione nel processo sulla compravendita dei senatori. Stessa condanna anche per Valter Lavitola (ex direttore del quotidiano l’Avanti). La procura aveva chiesto cinque anni per l'ex Cavaliere e quattro anni e quattro mesi per Lavitola. La sentenza è stata letta dal presidente del collegio, Serena Corleto, al termine di una camera di consiglio durata quasi otto ore. Berlusconi e Lavitola in solido, nonché Berlusconi e Forza Italia (indicata al processo come responsabile civile), sono stati condannati anche al risarcimento dei danni, da quantificare in separata sede, nei confronti del Senato della Repubblica, che si è costituito parte civile. Il Tribunale ha fissato in 90 giorni i termini per il deposito delle motivazioni della sentenza.
Verso la prescrizione del reato
In aula erano presenti i quattro pm titolari dell'indagine: l'aggiunto Vincenzo Piscitelli e i sostituti Alessandro Milita, Fabrizio Vanorio e Henry John Wodcoock. Ma anche l'intero collegio di difesa di Berlusconi: Fausto Coppi, Niccolò Ghedini e Michele Cerabona. La corte ha accolto quindi la tesi della accusa per la quale Berlusconi avrebbe pagato l'ex senatore Sergio De Gregorio per far cadere nel 2008 il governo Prodi. Il procedimento è avviato ad ogni modo su un binario morto, dal momento che a breve il reato sarà prescritto.
Berlusconi: sentenza assurda, processo politico 
«Prendo atto di una assurda sentenza politica al termine di un processo solo politico costruito su un teorema accusatorio risibile. Resto sereno, certo di aver sempre agito nell'interesse del mio Paese e nel pieno rispetto delle regole e delle leggi, così come continuerò a fare». Così Silvio Berlusconi che in una nota ha parlato di «persecuzione giudiziaria» per ledere la sua «immagine di protagonista della politica». Di « sentenza clamorosamente ingiusta e ingiustificata» ha parlato anche Niccolò Ghedini, che ha sottolineato come il processo si prescriverà il 6 novembre. Nonostante la prescrizione, l’avvocato ha espresso l'auspicio che la Corte di Appello assolva Berlusconi nel merito.
Procuratore Napoli: condivise nostre tesi 
«Non commento le sentenze. Prendo atto delle sentenze. Prendo atto che questa sentenza ha condiviso la tesi accusatoria» ha detto il Procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola.
Le richieste dell’accusa
L'ultima udienza del processo si è svolta stamattina nel palazzo di giustizia di Napoli. Per primi hanno preso la parola i pm che hanno ribadito le proprie tesi. Poi la parola è passata alla difesa sia di Forza Italia che di Berlusconi. Secondo i pm di Napoli, l'ex premier avrebbe pagato tre milioni di euro (con la mediazione di Lavitola) per convincere l'ex senatore Sergio De Gregorio a passare dall’Idv, partito di Antonio Di Pietro, a Forza Italia, con l’obiettivo di far cadere (cosa che avvenne nel gennaio 2008) il governo di Romano Prodi.Un progetto politico battezzato “Operazione libertà”.