venerdì 3 luglio 2015

Cuba-Usa, Dentice (Ispi): "Riapertura ambasciate tappa verso fine embargo. Obama?

Cuba-Usa, Dentice (Ispi): "Riapertura ambasciate tappa verso fine embargo. Obama? Forzerà mano per motivi elettorali"

L'annuncio della reciproca riapertura delle ambasciate tra Cuba e Stati Uniti rappresenta l'ultimo passo del processo di normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. Per Dentice dell'Ispi "c'è un clima di fiducia tra due Paesi, l'obiettivo è la fine dell'embargo. Obama? Forzerà mano per motivi elettorali"

Redazione Tiscali
L'annuncio della riapertura delle ambasciate di Cuba e Stati Uniti nelle rispettive capitali è “un fatto importante, a suo modo storico che rappresenta la conferma di un processo di riavvicinamento tra i due Paesi che parte dalle strette di mano ai funerali di Nelson Mandela nel dicembre 2013”. Giuseppe Dentice, ricercatore dell'Ispi di Milano (l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), non nasconde ottimismo per la normalizzazione dei rapporti tra L'Avana e Washington, che ha preso il via ufficialmente con la riapertura dei canali ufficiali di dialogo il 17 dicembre scorso. “Quanto successo ieri è una tappa di un processo lungo dove vedo la reciproca volontà di andare avanti nel disgelo con un obiettivo preciso – spiega Dentice – ovvero eliminare totalmente l'embargo degli Usa nei confronti di Cuba, che molto spesso è stato un tema di scontro politico negli States”. Lo studioso vede due momenti fondamentali in questi mesi di riavvicinamento: “L'incontro al vertice delle Americhe e l'annuncio del Dipartimento di Giustizia Usa dello stralcio di Cuba dall'elenco dei Paesi sponsor del terrorismo sono stati centrali per riportare fiducia tra i due interlocutori aprendo lo strada per il futuro”.
La questione fondamentale riguarda sicuramente i tempi della completa normalizzazione dei rapporti diplomatici, che non ha delle date certe. “In questo momento prevedere dei tempi è molto difficile. Di sicuro Obama sta forzando la mano per una conclusione positiva dei negoziati – spiega Dentice – e la motivazione è prettamente elettorale perché si riuscirebbe a conquistare una fetta di elettorato importante che riguarda il voto ispanico in un momento caldissimo alla vigilia delle presidenziali Usa del 2016”. Se lo scenario diplomatico risulta quindi piuttosto chiaro quali potrebbero essere gli effetti concreti per i cittadini dei due Paesi? Secondo il ricercatore dell'Ispi “per gli statunitensi non ci sarebbero dei grossi benefici mentre sicuramente ne avrebbero un grosso vantaggio gli emigrati cubani di terza e quarta generazione per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari”.
A livello economico la portata di un possibile accordo finale sull'embargo “rimane un rebus perché c'è da capire quali siano le reali condizioni dell'economia di Cuba e l'indice di penetrazione del capitalismo americano in un Paese così diverso strutturalmente”. Rimarrebbe un tema insoluto come la base di Guantanamo, situata sul suolo cubano e che “ospitando leader jihadisti prigionieri potrebbe richiedere tempi lunghissimi per essere risolta”. Secondo Dentice non mancherebbero anche dei risvolti per l'Europa e per il nostro Paese: “Sicuramente ne gioverebbe la diplomazia economica e commerciale anche se il Vecchio Continente rimane in una posizione periferica. Bisognerebbe capire chi guiderebbe il processo di riavvicinamento, con l'Italia che è sempre stata favorevole alla normalizzazione dei rapporti come testimonia il viaggio del ministro Gentiloni a L'Avana a marzo”. Intanto a fine luglio è previsto un viaggio del segretario di Stato Usa John Kerry a Cuba per la riapertura dell'ambasciata, ma Dentice ha voluto ricordare che nulla sarebbe stato possibile senza l'intervento di Papa Francesco. “Il suo ruolo è stato fondamentale come mediatore, soprattutto perché è un pontefice latinoamericano che conosce bene la situazione cubana ed è sensibile al tema – afferma lo studioso dell'Ispi – ma non bisogna tralasciare l'intervento del Segretario di Stato Pietro Parolin, che ha favorito i dialoghi paralleli con i rappresentanti cubani”.
Quote: “In questo momento prevedere dei tempi è molto difficile. Di sicuro Obama sta forzando la mano per una conclusione positiva dei negoziati e la motivazione è prettamente elettorale perché si riuscirebbe a conquistare una fetta di elettorato importante che riguarda il voto ispanico in un momento caldissimo alla vigilia delle presidenziali Usa del 2016”.

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