domenica 27 dicembre 2015

Ville e bed & breakfast con i soldi dell'8 per mille: l'ex vescovo di Trapani nella bufera

Ville e bed & breakfast con i soldi dell'8 per mille: l'ex vescovo di Trapani nella bufera

La Procura indaga sul patrimonio di Miccichè. Spariti due milioni di euro destinati alla diocesi

L'ex vescovo di Trapani, Francesco Micciché
Redazione Tiscali
Sono spariti 2 milioni di euro destinati dalla Santa Sede alla diocesi di Trapani. Sarebbero dovuti servire per un progetto di riabilitazione dei detenuti, per l’assistenza ai disabili mentali e per contribuire al centro di accoglienza per migranti di Badia Grande. Tutto quel danaro, secondo gli inquirenti, sarebbe finito sotto l’ampia tonaca di Francesco Micciché, vescovo di Trapani dal 1998 al 2012.
L'ammanco - L’importante flusso di euro, proveniente dall'8 per mille, sarebbe dunque finito nelle tasche del pastore d’anime, “nei confronti del quale la Procura si appresta a chiudere l'indagine che lo vede accusato di appropriazione indebita, malversazione, diffamazione e calunnia nei confronti del suo ex economo, don Antonino Treppiedi, verso il quale aveva cercato di stornare i sospetti per un misterioso ammanco nelle casse della Curia”, ha scritto Alessandra Ziniti, inviata di Repubblica.

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L'accusa - L'ipotesi accusatoria dei pm, dopo le importanti ammissioni dell'ex direttore della Caritas trapanese Sergio Librizzi (già condannato a nove anni di carcere per una storia di ricatti e violenze sessuali ai danni di giovani extracomunitari), “ha trovato – racconta Repubblica - ampia conferma nei riscontri della Guardia di finanza che è riuscita a ricostruire un groviglio di bonifici, giroconti e false fatture che avrebbero consentito all'alto prelato di impossessarsi di grosse somme che avrebbe investito nell'acquisto di appartamenti e ville, a cominciare da quella mastodontica (in parte adibita a bed and breakfast) di Monreale nella quale è andato a vivere insieme alla sorella e al cognato dopo la sua rimozione dall'incarico decisa da Papa Francesco in seguito all'apertura dell'indagine nei suoi confronti”.
La Cassazione - Un ulteriore tassello a conferma della solidità dell’impianto accusatorio è giunta anche dalla Cassazione che ha confermato il sequestro di opere d’arte, quadri, crocifissi di valore e gioielli per quasi due milioni di euro trovati nella villa del vescovo e provenienti da diverse chiese di Trapani.
L'antefatto - Nel giugno 2011 la Santa Sede aveva inviato un'ispezione del vescovo Domenico Mogavero per verificare la regolarità della sua azione nella diocesi, in particolare riguardo a due fondazioni legate alla diocesi, a seguito della denuncia di un suo stretto collaboratore, l'arciprete di Alcamo Ninni Treppiedi, poi sospeso a divinis. Nello stesso tempo la procura di Trapani aveva aperto indagini dalle quali Miccichè risulta "parte lesa" mentre 13 persone vengono iscritte nel registro degli indagati per vari reati tra cui frode, calunnia, appropriazione indebita e stalking. Il 19 maggio 2012 viene rimosso dal Papa dalla cura pastorale della diocesi di Trapani. In una lettera indirizzata ai fedeli della diocesi dichiara di accettare, ma di non condividere e non comprendere il "provvedimento estremo" che la Santa Sede ha assunto nei suoi confronti affermando di essere vittima di un complotto. Le ultime notizie sembrerebbero dar ragione a Papa Bergoglio.

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