domenica 27 dicembre 2015

La vera storia di Santo Stefano, perché si festeggia

La vera storia di Santo Stefano, perché si festeggia
Il ceppo
La tradizione del ceppo di Natale si ripete anno dopo anno in Liguria e in Abruzzo, dove si svolgono rappresentazioni e manifestazioni dedicate al ceppo natalizio da ardere. Questa è ritenuta una delle usanze natalizie più antiche (viene fatta risalire alla Germania del XII secolo): la sera della vigilia, il capofamiglia brucia nel camino di casa un grosso tronco di legno. Un tempo alle ceneri venivano attribuite proprietà magiche e per questo erano conservate fino all'anno successivo.
Santa Lucia
In numerose città italiane, a Santa Lucia viene attribuita più importanza che a Babbo Natale. E' infatti la santa – che secondo la tradizione avrebbe perso la vista e sarebbe accompagnata dall'asinello – a portare i doni ai più piccoli che abitano a Brescia, Bergamo e Mantova. Qui i bambini ricevono i regali di Natale il 13 dicembre anziché il 25. A Bergamo i bimbi lasciano sul tavolo della cucina latte e biscotti per Santa Lucia. Anche a Verona, Trento e Bologna la santa passa nelle case ma lascia soltanto qualche dolce, noccioline e mandarini.
Lanterne e torce
Nel periodo natalizio i piccoli paesi della Toscana diventano teatro della tradizione delle fiaccole. La sera della vigilia vengono intonati canti festosi, ci accendono torce e altissimi falò fatti di rami, alberi e arbusti – detti natalecci – che vengono accesi attorno alle 18 per celebrare la nascita di Gesù bambino.
San Nicolò e i Krampus
In val Gardena (Alto Adige), la sera del 5 dicembre San Nicolò percorre le vie dei paesi accompagnato dagli angeli per distribuire caramelle e dolci. Alla sfilata partecipano anche i Krampus, diavoli spaventosi che vagano schiamazzando per la città in cerca di bambini cattivi.
Il minestrone delle virtù
Le massaie abruzzesi si stanno dilettando in questi giorni nella preparazione del piatto natalizio per antonomasia: “Le virtù”. Il nome si riferisce alle virtù richieste tradizionalmente alla donna di casa. La ricetta canonica prevede l'utilizzo di sette diversi ingredienti come legumi, verdure, numerose varietà di carni e pasta con l'aggiunta di sette chicchi di riso. Affinché il minestrone acquisisca le virtù di bontà, il tutto deve cuocere sette ore. A Lanciano, l'antivigilia di Natale prevede una cena di magro, in cui le portate sono ben 13, numero che corrisponde a Gesù con i dodici apostoli.
Gli zampognari
Strumento tradizionale in Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, la zampogna è suonata nelle vie e nelle piazze delle principali città proprio nel periodo natalizio. Gli zampognari abbandonano temporaneamente il loro lavoro di pastori e suonano motivetti festosi con questo particolare strumento.
I falò
Nelle campagne di Molise e Abruzzo, le notti natalizie sono rischiarate da innumerevoli lumini posti sui davanzali per cancellare le tenebre e rendere più agevole la strada ai pastori diretti al presepe: se la mattina i lumini si mostreranno poco consumati, sarà di buon auspicio.
Il presepe di sabbia
In ogni regione italiana non mancano i presepi, le raffigurazioni della natività che nelle varie località vengono realizzate con materiali differenti. Sulla riviera adriatica si trovano ad esempio i presepi di sabbia, e in particolare a Cesenatico viene proposto il presepe della marineria, con le statue collocate sulle barche del canale.
Tra befane e vasche
Le festività si chiudono con l'Epifania: se a Verona avviene il tradizionale rogo di una sagoma della befana, in alcuni paesi della Sicilia viene posizionata in piazza una vasca ricolma d'acqua nella quale il celebrante immerge due volte una croce e infine la colomba, che rappresenta lo Spirito Santo.

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