La manovra 2016 è legge nella versione ampiamente rivisitata dal Parlamento. Il Senato ha votato la fiducia posta dal Governo sul testo arrivato da Montecitorio con 162 “sì”, 125 “no” e nessun astenuto dando il contestuale via libera definitivo al provvedimento. Da Palazzo Madama è arrivato anche l’ok al Ddl Bilancio con 154 voti favorevoli e 9 contrari (anche in questo caso nessun astenuto).
Soddisfatto il premier, Matteo Renzi: «Stabilità, collegato ambientale e Rai tutto in un giorno, tre partite che sembravano impossibili portate a casa nel giro di qualche ora» ha affermato, aggiungendo: «La produttività di questo parlamento è impressionante e i cittadini ne vedranno le conseguenze con l’abbassamento delle tasse». Mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha parlato di una manovra che «rafforza e stimola la crescita e il lavoro e indirizza risorse importanti per i poveri, i meno abbienti e per i giovani».
La legge di stabilità esce dal lungo e tortuoso percorso parlamentare, non privo di momenti di tensione e di caos, in un formato “large” da 999 commi e con un impatto sui conti pubblici, in termini reali del valore della manovra, tra i 32 e i 33 miliardi. Il saldo netto da finanziare è lievitato a quota 35,4 miliardi mentre il deficit 2016 è salito dal 2,2% al 2,4% per effetto dell’immediata attuazione da parte del Governo del piano sicurezza-cultura da 2,6 miliardi (la flessibilità aggiuntiva è di 3,1 miliardi) con la contemporanea rinuncia all’anticipo del taglio dell’Ires. Che resta previsto per il 2017. Disinnescate per il 2016 le clausole fiscali da 16,8 miliardi. Con la versione definitiva della manovra viene eliminata dal 1° gennaio 2016 la tassa sulla prima casa, come già previsto dal testo originario varato dall’esecutivo, e con i ritocchi apportati dal Parlamento viene dimezzata quella sugli immobili dati in comodato d’uso a figli e genitori.
Sempre sotto la spinta di deputati e senatori è stato inserito nella manovra un pacchetto Sud con il credito d’imposta differenziato a seconda della dimensione delle imprese e con tetti agevolati nonché la possibilità di estendere al 2017 la decontribuzione sui neo-assunti al 40 per cento, che è però vincolata al reperimento dei fondi necessari. Per tutte le imprese resta previsto il super-ammortamento del 140% sugli acquisti di beni strumentali già inserito nella prima versione della “stabilità”.
Sale poi a 3mila euro il tetto per l’uso del contante ma non per i money transfer e per i pagamenti con strumenti telematici di prestazioni erogate dalla pubblica amministrazione, in primis le pensioni, per i quali la soglia resta ferma a mille euro. Sempre per effetto dei correttivi apportati dai due rami dal Parlamento, scatta il pagamento del canone Rai (ridotto a 100 euro) con la bolletta elettrica e in versione rateizzata. Nel corso del cammino parlamentare la “stabilità” ha anche imbarcato il decreto sulle Regioni e il Dl Salva-banche. Tra gli altri ritocchi, la no tax area per i pensionati (a 8mila euro) già nel 2016, la possibilità di utilizzare il bancomat anche per micro-acquisti e una “card-sconti” per i nuclei familiari con almeno 3 figli minori. Quanto alla sicurezza, arrivano un bonus da 80 euro mensili nel 2016 per forze di polizia e Forze armate e fondi straordinari per la cyber security e le “dotazioni” anti-terrorismo. Sul versante della cultura, garantita una card da 500 euro ai diciottenni per attività culturali e l’accesso a cinema, teatri e musei e un bonus una tantum per l’acquisto di strumenti musicali da parte degli studenti dei Conservatori musicali.