venerdì 23 gennaio 2015

No al referendum sulle pensioni. Salvini: "Questa Italia mi fa schifo"

No al referendum sulle pensioni. Salvini: "Questa Italia mi fa schifo". Alla Camera la Lega abbandona l'aula

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla legge Fornero proposto dalla Lega Nord. "La Corte costituzionale, nell'odierna Camera di consiglio - informa una nota - ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum relativa all'articolo 24 (Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici) del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici)", la cosiddetta legge Fornero, appunto, "convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nel testo risultante per effetto di modificazioni e integrazioni successive". "La sentenza - informa inoltre la Consulta - sarà depositata entro i termini previsti dalla legge".
Salvini: "Questa Italia mi fa schifo" - Immancabile la reazione di Salvini, segretario del Carroccio. I giudici della Consulta, bocciando il referendum sulla riforma Fornero delle pensioni, hanno "fottuto un diritto sacrosanto", ha detto il segretario della Lega, su Radio Padania. "Questa Italia mi fa schifo - ha aggiunto - e mi batterò per ribaltarla. Come Lega faremo tutto quello che la democrazia permette, anche se ho dei dubbi che con oggi si possa parlare di democrazia in Italia'' ha detto Salvini, rilanciando la manifestazione del 28 febbraio. ''Spero rimanga tranquillo, però mi metto nei panni di chi ci sperava - ha detto - E' chiaro che sabato 28 febbraio è Renzi a casa con le buone, ma non solo con le buone perché questo sta sfasciando il Paese''. Secondo Salvini, ''mentre il palazzo discute alla Camera della legge elettorale e al Senato della Costituzione, l'unico cambiamento vero, reale, positivo per la gente è stato fottuto. Oggi è veramente una giornata del c..., in un Paese del c..., con un governo del c... e spero che gli italiani si sveglino''. Il segretario ha parlato di ''beffa'' e ''furto di democrazia''. E a chiesto in diretta radio se c'era una mail, un referente della Corte Costituzionale. ''Com'è - ha detto - che uno riesce a chiamare per dire mi fate pena, vergognatevi?''. Il conduttore gli ha dato il numero riportato sul sito della Consulta. ''Ovviamente molto civilmente - ha concluso Salvini - semplicemente per dire vergogna, oggi avete rubato un pezzo di democrazia''.
La Lega chiede di sospendere l'esame delle riforme - In seguito alla bocciatura del referendum il leghista Massimiliano Fedriga ha chiesto di sospendere l'esame delle riforme costituzionali nell'Aula della Camera, ma la presidenza non ha ritenuto ammissibile la richiesta, cui si sono associati M5S e Sel. In precedenza l'Aula aveva bocciato un'altra richiesta di sospendere i lavori in concomitanza con il vertice Renzi-Berlusconi. Ci sono state accanite proteste. Alla fine la Lega ha anche abbandonato l'aula di Montecitorio.
Fornero: "Decisione positiva per il Paese" - Secondo l’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero la Corte Costituzionale ''avrà avuto le sue buone ragioni. Ritengo questa decisione positiva per il Paese''. Ora “il Parlamento se vuole esamini la riforma con pacatezza e lungimiranza'', ha aggiunto.
Damiano (Pd): "La legge Fornero è insostenibile" - "La Consulta ha ritenuto inammissibile il referendum della Lega sulle pensioni. Al di là di questa decisione il tema previdenziale va comunque messo all'ordine del giorno dal Governo. La situazione non è più reggibile per le conseguenze che la "riforma" Fornero ha prodotto". Dichiara così il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano a seguito della notizia della inammissibilità del Referendum della Lega. "In primo luogo, l'eccessivo innalzamento dell'età pensionabile, oltre i 67 anni, frena l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. In secondo luogo - continua - il problema dei cosiddetti esodati, che non è ancora concluso nonostante il fatto che con sei salvaguardie si sia risolta positivamente la situazione di oltre 170.000 lavoratori, impone una correzione al sistema pensionistico. Le nostre proposte sono note: l'introduzione di un criterio di flessibilità a partire dai 62 anni di età con 35 di contributi per consentire l'accesso alla pensione, oppure l'adozione di "Quota 100". Si tratta di proposte che risolverebbero strutturalmente il problema" conclude l'esponente del PD.

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