sabato 17 gennaio 2015

Italia sono ormai numerosi i cimiteri per animali

Da Asti a Bari, anche in Italia sono ormai numerosi i cimiteri per animali

di Oscar Grazioli
E’ giusto, è opportuno, è moralmente accettabile il culto dei morti applicato agli animali e specificamente ai nostri animali d’affezione, quelli che ci hanno accompagnato quotidianamente per una loro vita (la loro) intera? A giudicare dal numero di cimiteri, sparsi sul territorio nazionale per animali, verrebbe da rispondere di sì, anche perché la tendenza è quella a incrementare questi luoghi che, pur non avendo quella valenza di sacralità che caratterizza quelli umani, hanno pur sempre la caratteristiche di posti ove ci si sofferma a pregare o semplicemente a riflettere e, in qualche modo, a incontrare di nuovo una presenza importante e fondamentale che ha caratterizzato lunghi anni della propria vita.

Il Parco Beato, sito nelle campagne di Zagonara di Lugo (Ravenna, è il più grande cimitero per animali realizzato in Italia: un ettaro di terreno, che ospita oltre 3000 piante. Concepito come un parco inglese, è perfettamente attrezzato per ospitare le salme di cani, gatti e cavalli. Si tratta di un bellissimo prato con tanto di siepi e alberi secolari che vanta la caratteristica di essere il primo cimitero per animali realizzato in Romagna. Pensate che al suo interno trovano spazio circa 7000 tombe di animali domestici.

Da Asti a Bari, da Padova a Reggio Calabria, sono ormai numerosi i cimiteri che ospitano i corpi o le ceneri degli animali domestici defunti, ma mancano ancora diverse regioni che non hanno nessuna provincia o comune dotati di un semplice prato, opportunamente attrezzato a seconda delle norme igieniche vigenti, per seppellire chi ci è stato fedele in vita e talvolta è divenuto l’unica ragione della vita stessa, specie per gli anziani e i bambini.

Nell’antichità è sufficiente citare l’Egitto per rendersi conto di quale importanza assumessero tutti gli animali in generale (e alcuni, come il gatto, in particolare) per quanto attiene ai loro valori di religiosità: i loro dei erano quasi tutti identificati nelle sembianze di un determinato animale.

Leggo che un’altra regione, la Toscana, ha approvato all’unanimità la disciplina per i cimiteri in cui riposino i corpi degli animali d’affezione. “Alla luce della mutata e crescente sensibilità maturata nel nostro Paese in materia di tutela degli animali, è tangibile il contributo degli animali d'affezione alla qualità della vita umana ed il loro valore per la società''. Così recita il preambolo della legge sulla disciplina dei cimiteri per animali domestici e mi sembra un’acuta riflessione sul fatto che sul fatto che cani, gatti o canarini possano cambiare radicalmente la qualità della vita umana, rendendola meno ostile, meno litigiosa, più incline alla pace e alla comprensione. Ben venga dunque la pietas e il giusto ricordo anche per loro.

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