venerdì 30 gennaio 2015

‘Ndrangheta, maxi operazione: 160 arresti.

‘Ndrangheta, maxi operazione: 160 arresti. C’è anche il padre dell'ex campione del mondo Iaquinta

Ci sono anche importanti imprenditori del settore edile coinvolti nell'indagine Aemilia fra cui Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore Vincenzo campione del mondo, arrestato nel reggiano e Augusto Bianchini che ha partecipato agli appalti per la ricostruzione post terremoto in Emilia residente nel Modenese nella Maxi operazione dei carabinieri contro la 'ndrangheta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Centodiciassette gli arresti disposti dalla magistratura di Bologna. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia, per un totale di oltre 160 arresti.
Arrestati anche due politici - Fra le persone arrestate ci sono anche due politici di Reggio Emilia e Parma. Per loro il reato è di associazione mafiosa e concorso in associazione di stampo mafioso. Giuseppe Pagliani, capogruppo del PdL (ora Forza Italia) al tempo delle indagini nel consiglio provinciale di Reggio Emilia, consentiva agli associati 'ndranghetisti caduto in un momento di particolare difficoltà un "rilancio" come hanno spiegato il procuratore capo Roberto Alfonso nel corso di una conferenza stampa con il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.
Favori in cambio di voti - Giovanni Paolo Bernini, già presidente del consiglio comunale di Parma, chiese aiuto a esponenti della ‘ndrangheta per raccogliere voti per le elezioni del maggio 2007. Secondo Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, la maxi operazione che ha portato all'arresto questa mattina di 165 persone in tutta Italia e in particolare in Emilia "è senza precedenti, è un risultato storico". L'organizzazione 'ndranghetista fermata in Emilia, propaggine della Grande Aracri di Cutro, era "molto radicata e molto pericolosa".
Un intervento giudiziario storico - "Un intervento giudiziario che non esito a definire storico, senza precedenti, imponente e decisivo per l'azione di contrasto giudiziario alle mafie al nord e in particolare all'insediamento 'ndranghetista che è stato colpito e investigato con grande abnegazione e sacrificio per lungo tempo" ha detto Roberti nel corso della conferenza stampa in procura a Bologna. "Questa indagine - ha aggiunto - è collegata con quelle di Brescia e Catanzaro che simultaneamente hanno proceduto a numerosi fermi. Il coordinamento della Dia ha funzionato bene. È' stata un'azione sinergica a corale delle procure e delle forze dell'ordine".

Associazione mafiosa - Tutti reati commessi con l'aggravante di aver favorito l'attività dell'associazione mafiosa. Contestualmente, le procure di Catanzaro e Brescia - in inchieste collegate - hanno emesso altri 46 provvedimenti di fermo per gli stessi reati. Imponente lo schieramento dei carabinieri impiegati, anche con l'ausilio di elicotteri, in arresti e perquisizioni. In Emilia, sottolineano gli investigatori, la 'ndrangheta ha assunto una nuova veste, colloquiando con gli imprenditori locali.
Le attività - Dall'inchiesta, secondo quanto si è appreso, è emersa la diffusione capillare in Emilia Romagna, ed in parte della Lombardia e del Veneto, delle attività della cosca di 'ndrangheta dei Grande Aracri, sotto il diretto controllo e la guida di Nicolino Grande Aracri, con infiltrazioni in molteplici settori economici ed imprenditoriali.

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