venerdì 23 gennaio 2015

MANGIARE PESCE PROTEGGE IL CERVELLO DAL MERCURIO

MANGIARE PESCE PROTEGGE IL CERVELLO DAL MERCURIO
di Marco Mancini
Gli acidi grassi contenuti nel pesce potrebbero neutralizzare gli effetti nocivi del mercurio sul cervello nella fase dello sviluppo prenatale. A sostenerlo è uno studio condotto dallo University of Rochester Medical Center su un campione di 1.500 neomamme e i rispettivi bambini. Tutti i partecipanti allo studio risiedono alle Seychelles, un arcipelago dell’Oceano Indiano in cui il consumo di pesce settimanale è 10 volte superiore a quello europeo e americano.
L’analisi ha rivelato che i bambini nati da mamme che consumavano ben 12 porzioni di pesce alla settimana non sviluppavano deficit cognitivi né disfunzioni cerebrali legate a livelli alti di mercurio nell’organismo. Le linee guida delle autorità sanitarie americane al momento consigliano alle donne incinte di non consumare più di due o tre porzioni di pesce alla settimana.
Il timore degli esperti è che l’accumulo di mercurio, metallo tossico che viene immagazzinato in percentuali irrisorie dai pesci, possa influire sullo sviluppo cerebrale del nascituro. Questa correlazione, tuttavia, non è stata accertata e il mondo scientifico continua a dibattere sull’effettiva efficacia delle restrizioni al consumo di pesce in gravidanza.
Secondo i ricercatori alcuni acidi grassi polinsaturi contenuti nel pesce, noti come n3, possiedono proprietà antinfiammatorie tali da contrastare l’effetto degli N6, grassi associati a processi infiammatori deleteri per l’organismo. Non a caso i bambini nati dalle madri con livelli elevati di N6 hanno riportato punteggi più scarsi nei test sulle abilità motorie.
Uno dei modi in cui il mercurio danneggia l’organismo è proprio l’infiammazione. Grazie agli n3 contenuti nel pesce, l’impatto del mercurio sulla salute verrebbe annullato, evitando l’esposizione delle cellule a processi di ossidazione lesivi per i tessuti cerebrali.
I ricercatori hanno rieffettuato i test cognitivi sui bambini coinvolti nello studio una volta raggiunti i 20 anni, non riscontrando alcun danno neurologico a livello cerebrale.

Lo studio, pubblicato sulla rivista specializzata American Journal of Clinical Nutrition, ha dimostrato che la relazione tra i diversi nutrienti del pesce e l’esposizione al mercurio è più complessa del previsto e merita ulteriori approfondimenti per non rischiare di privare inutilmente le future mamme e i loro nascituri di elementi fondamentali per lo sviluppo dell’organismo.

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