sabato 4 maggio 2013

LA CUCCAGNA DELLA DIFFERENZIATA. BOOM DI FIRME PER LA PETIZIONE A TERRACINA


LA CUCCAGNA DELLA DIFFERENZIATA. BOOM DI FIRME PER LA PETIZIONE A TERRACINA: OLTRE 3.500 CITTADINI CHIEDONO AL SINDACO DI ANNULLARE LA GARA
di Pierfederico Pernarella
Più ricicli, più risparmi? Macché: più ricicli, più guadagnano. Loro ovviamente, sempre loro, i privati. È il meccanismo perverso, contrario ai più semplici e scontati principi logici e di mercato, che fa delle gara in corso per l’affidamento della servizio di raccolta rifiuti un affare, un bell’affare, per una delle quattro società che si stanno contendendo l’appalto. Un meccanismo contro il quale, caso più unico che raro a Terracina, si è mobilitata una parte consistente della società civile grazie alla partnership, anche questa inedita, di tre realtà associative diverse. Un’associazione ambientalista, il WWF. Un movimento di opinione, Il Sestante. L’associazione dei commercianti, l’Ascom. E i numerosi, davvero numerosi, cittadini: 3.673, per l’esattezza. Tante sono state le firme raccolte nel giro di pochissimo tempo. Una partecipazione importante. Il numero di firme, per dirne una, a norma di Statuto comunale, sarebbe bastato a indire un referendum. Ma non è tanto una questione di numeri, che pure si sono rivelati significativi, quanto di principi, di contenuti. Quelli che ieri, nel corso di una conferenza stampa, hanno voluto ribadire con forza Giovanni Iudicone per il WWF, Francesco Pezzano per l’Ascom e Agostino Pernarella per Il Sestante. Il presupposto da cui è partita la raccolta firme lo ha spiegato Agostino Pernarella: «Una città come Terracina, sotto dissesto e una situazione economica che più nerisssima, non può permettersi un appalto del genere. Un appalto dal costo a base d’asta di 8 milioni e 100 mila euro l’anno, per sei anni, che così come è stato confezionato rischia di favorire non gli interessi della città, ma quelli del privato». Il punto primo, dunque, è questo: il costo dell’appalto è esoso e rischia di dare la botta finale ad una città morente sul piano economico e delle finanze pubbliche. Ma l’inghippo della faccenda è un altro. E lo spiega Giovanni Iudicone del WWF: «Il capitolato d’appalto, preparato dagli uffici tecnici comunali, non prevede alcun meccanismo di premialità per i cittadini-contribuenti rispetto alla crescita della percentuale di raccolta differenziata». E qual è il problema? Semplice: i guadagni che derivano dalla crescita (obbligata e prevista dal capitolato d’appalto) della raccolta differenziata finiscono dritti dritti nelle tasche del privato. Che, riciclando, guadagna due volte: conferendo sempre meno rifiuti in discarica (e a 100 euro a tonnellata è un bel risparmio) e rivendendosi il materiale da riciclare, oggi diventato quasi materia prima e dunque richiesto (e pagato bene) sul mercato. E i cittadini? Zitti a riciclare. E a pagare, sempre la stessa cifra, con buona pace dell’impegno che mettono nel rispettare tempi e modi della differenziata. Impegno, va ricordato, che è diretto. Nel capitolato sono infatti previsti due tipi di raccolta differenziata: una porta a porta e l’altra condominiale. Quindi ci sarà un pieno (e impegnativo) coinvolgimento dei cittadini. Ma con quale vantaggio, quale «premio» dall’unico punto di vista che conta: la bolletta? Nessuno. Un paradosso grande come l’affare, tutto a vantaggio del privato, in cui rischia di trasformarsi l’appalto dei rifiuti di Terracina. Un rischio chiarissimo agli oltre 3.500 cittadini che, insieme alle tre associazioni, chiedono all’amministrazione comunale di fermarsi e annullare la gara d’appalto. «Lo hanno fatto altri Comuni pontini in queste settimane - dichiara Agostino Pernarella - perché non possiamo farlo noi?». Già, bella domanda: perché non può farlo una città economicamente allo stremo, per usare un eufemismo, dove, come dichiara il presidente dell’Ascom Pezzano per citare un dato, «nel 2012 ha chiuso i battenti quasi un’impresa al giorno?». La quota ragguardevole di firme raccolte non rappresenta un traguardo per le tre associazioni, convinte più che mai ad andare fino in fondo per raggiungere il proprio obiettivo: «La cittadinanza si è dimostrata più sensibile all’argomento della classe politica, con qualche rara se non unica eccezione - concludono in coro -. Una partecipazione significativa, di cui il sindaco Procaccini farebbe bene a tener conto».
L’INCOGNITA MORELLE. DUBBI ANCHE SUL PROJECT FINANCING
di Pierfederico Pernarella
Accanto ai meccanismi per nulla virtuosi previsti nel capitolato d’appalto, WWF, Ascom e Il Sestante puntano il dito anche contro il project financing per l’impianto di compostaggio di Morelle. Del progetto, che prevede il coinvolgimento di soggetti privati per la riattivazione e la gestione della struttura, se ne sta occupando la Provincia di Latina. Ebbene nelle linee guida individuato, spiegano le tre associazioni, non viene specificato quale tipo di smaltimento verrà effettuato. I timori insomma, per dirla papale papale, è che al posto di un impianto per il riciclo della frazione umida e la produzione di compost possa spuntare un inceneritore.

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