giovedì 12 novembre 2015

Ictus, scoperto farmaco che limita danni al 50% dopo 6 ore.

Ictus, scoperto farmaco che limita danni al 50% dopo 6 ore: lo studio del Mario Negri di Milano e del NICO di Torino

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È stato sintetizzato un farmaco che, su animali di laboratorio, ha dimostrato di essere in grado di proteggere il cervello fino a sei ore dopo il verificarsi di un ictus e di ridurne del 50% il danno cerebrale. Ci è arrivato un gruppo di ricercatori italiani diretti da Tiziana Borsello dell'Istituto Mario Negri/Dipartimento di farmacologia dell'Università di Milano in collaborazione col team di ricerca di Alessandro Vercelli, direttore del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (NICO) dell'Università di Torino.
Lo studio è stato pubblicato su Cell Death and Disease. Il cervello, come ogni altro organo del corpo - spiegano i ricercatori - necessita di nutrimento e ossigeno per funzionare. Tali sostanze vengono trasportate attraverso i vasi sanguigni e, quando il sangue diretto al cervello è bloccato, si verifica un' ischemia cerebrale, che genera la progressiva morte dei neuroni. Ora, si sa che la proteina denominata MKK7 ha un ruolo importante nel determinare la morte dei neuroni a seguito di un attacco ischemico cerebrale. I ricercatori hanno quindi sintetizzato un inibitore specifico di questa proteina, chiamato GADD45Beta.
E su modelli animali hanno visto che, grazie ad esso, il cui effetto protettivo funziona anche sei ore dopo l'infarto cerebrale, il danno può essere ridotto del 50%. "Attualmente non ci sono trattamenti farmacologici approvati per il trattamento dell'ictus ad eccezione dell'Attivatore tissutale del plasminogeno (rT-PA) che ha caratteristiche che ne limitano l'efficacia - commenta Tiziana Borsello - quindi il nuovo composto rappresenta un buon risultato". "Con le dovute verifiche, passando per la sperimentazione clinica - conclude Alessandro Vercelli - questa potrebbe rappresentare una prospettiva nuova in grado di ridurre significativamente i volumi d'infarto cerebrale e di conseguenza anche i deficit, con maggiori possibilità di recupero" per i pazienti.

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