martedì 24 novembre 2015

Antonio Bassolino, la sua candidatura accende lo scontro sulle primarie.

Antonio Bassolino, la sua candidatura accende lo scontro sulle primarie. Renzi: "Moratoria fino a gennaio, data unica a marzo"

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Aggiornamento delle 20.15: "Propongo una moratoria. Dal 13 gennaio si chiuderà la questione delle riforme, con il referendum che faremo ad ottobre. In quel momento la direzione del Pd potrà discutere di amministrative e delle primarie, stante l'invito, che io credo razionale e ragionevole, a fare una data unica di primarie il 20 di marzo". Lo ha detto Matteo Renzi alla direzione del Pd.
Per il Pd di Renzi la Campania si conferma sempre più come una croce. Non si è ancora spenta l’eco per l’ultima vicenda giudiziaria del governatore De Luca, e già parte lo scontro sulla candidatura alle primarie per il sindaco di Napoli di Antonio Bassolino. Una polemica che dal Vesuvio, in un paio di giorni, già è arrivata a Roma e rischia di intossicare ancora di più i rapporti tra maggioranza e minoranza dem. Domenica le parole del braccio destro di Renzi, Luca Lotti (“A Napoli sceglieranno i cittadini”) apparivano come un via libera a primarie aperte, compreso Bassolino. Poche ore dopo la svolta del Nazareno. Con due interviste a Repubblica e Stampa, infatti, i due vicesegretari nazionali Serracchiani e Guerini hanno annunciato il varo a breve di nuove regole nazionali per le primarie per impedire la candidatura di ex sindaci, tranne quelli (è il caso di Fassino a Torino) che stanno concludendo il primo mandato. E’ il caso di Bassolino, ma potenzialmente anche di Ignazio Marino a Roma. Nuove regole mai discusse dentro gli organismi di partito, ma annunciate via stampa dai due vice di Renzi. “Chi ha fatto il sindaco per due mandati, anche in tempi lontani, è bene lasci il testimone ad altri”, dice Guerini. “Quando un’esperienza è chiusa è chiusa. Varrebbe anche per Delrio a Reggio Emilia e Renzi a Firenze”. Serracchiani è ancora più esplicita: “Bassolino non potrà correre alle primarie Pd”.
Una decisione che agita immediatamente gli animi, a Roma più che a Napoli. Si tratta infatti di un pesante cambiamento delle regole, visto che Bassolino, come tutti gli altri iscritti al Pd, con le regole in vigore da anni potrebbe tranquillamente correre per le primarie. E la stessa legge nazionale non impedisce a chi ha fatto il sindaco per dieci anni, dopo una pausa, di candidarsi ancora, come ha fatto lo stesso De Luca a Salerno. "Sono d'accordo con Renzi: le regole non si cambiano, l'ha detto il 21 ottobre scorso", si limita a dire in modo lapidario l'interessato"
La minoranza bersaniana insorge, ricordando a più voci che Renzi, di fronte a una mossa del genere da parte della segreteria di Bersani, sarebbe salito sulle barricate. E che fu proprio Bersani, nel 2012, a cambiare lo statuto Pd proprio per consentire al sindaco di Firenze di candidarsi alle primarie per la premiership. “Norme mai discusse nel partito”, tuona Nico Stumpo, che fa parte della commissione messa in piedi proprio per regolamentare le primarie. “Mi sembra alquanto complicato impedire a qualcuno, che è eleggibile, di candidarsi. Aver già fatto il sindaco non è un qualcosa che va contro il codice etico... non si può pensare di risolvere con regole improvvisate, con invenzioni dell’ultima ora il problema della mancanza di una classe dirigente o di candidati che piacciono al gruppo dirigente del partito”. “Dal segretario del Pd, dai vicesegretari e della maggioranza ci si attenderebbe un atteggiamento più rispettoso di tutto il partito e non l'attenzione soltanto verso una componente”, chiude Stumpo. Ancora più duro il senatore Miguel Gotor: “La candidatura di Bassolino, che merita il massimo rispetto, è resa plausibile dal fatto che in questi due anni i tentativi renziani di costruire una classe dirigente a Napoli sono falliti tra fonderie che si sono troppo rapidamente fuse e il supino quanto paradossale consegnarsi, in nome della lotta ai ras locali, a uomini come De Luca”. “Il modo migliore per rafforzare la candidatura di Bassolino a Napoli – prosegue Gotor- è stabilire delle norme ad personam per escluderlo dalla corsa a sindaco e quindi dal Pd. In questo modo si agevolerebbe la nascita di una lista civica da lui guidata (e il discorso potrebbe valere anche per Roma con Marino) che condannerebbe il partito a una assai probabile sconfitta. Occorre rinunciare a imporre dall’alto inutili regolamenti destinati a rivelarsi un autogol”.
A Napoli, la notizie delle norme anti-Bassolino viene accolta con sorpresa anche dagli avversari dell’ex sindaco. Tra i parlamentari, anche quelli più vicini a De Luca, il ragionamento è che si tratti di una “mossa boomerang” e che la “via maestra” resti la ricerca di un candidato forte della società civile da sostenere alle primarie. La rosa dei nomi dei papabili, dopo alcuni rifiuti eccellenti come quello del fratello di Giancarlo Siani, contiene personalità come l’imprenditore Dario Scalella, molto apprezzato dal premier, di Riccardo Monti (presidente dell’Istituto per il commercio estero), del presidente dei costruttori napoletani Francesco Tuccillo e della manager della sanità Celeste Condorelli. Una lista che i vertici del Pd stanno consultando in queste ore per poter lanciare una candidatura di peso e sostenuta “dalla gran parte del partito”. Niente scorciatoie, dunque. E’ l’opinione espressa anche da Umberto Ranieri, molto critico con Bassolino, uno dei papabili per la candidatura: “Considero inaccettabili discriminazioni verso Bassolino e l’adozione di misure che ne impediscano la partecipazione alle primarie. Le regole non si cambiano in corsa”. Molto contraria anche Valeria Valente, deputata e leader campana dei giovani turchi: “Sbarrare la strada a chicchessia, a competizione avviata se non formalmente almeno sostanzialmente, è un segnale di paura e di debolezza, che il Pd non merita. A Napoli, come nel resto dell'Italia. La proposta dei due vicesegretari lascia esterrefatti per la leggerezza che non ci aspetta da chi riveste ruoli così importanti”.
In queste ore, il più tranquillo sembra proprio Bassolino, che ha già iniziato la sua campagna elettorale partendo dalla visita ad una onlus che si occupa di bambini disagiati a San Giovanni a Teduccio, un quartiere difficile della periferia partenopea. La questione regole, secondo fonti del Nazareno, sarà affrontata da una direzione ad hoc prima di Natale. L’ipotesi di lavoro, oltre alle norme sullo stop agli ex sindaci, riguardano una limitazione degli aventi diritto al voto. Secondo quanto spiegato da Guerini e Serracchiani, le primarie resteranno aperte, ma i minorenni e gli immigrati senza diritto di voto alle comunali non potranno partecipare. Dice Guerini: “Dobbiamo evitare che ai gazebo votino passanti che con il nostro campo non hanno nulla a che vedere”. E’ la posizione espressa dai bersaniani ai tempi delle primarie 2012, quando invece i renziani volevano allargare la partecipazione anche ad elettori provenienti dal centrodestra. Ci furono roventi polemiche per settimane, alla fine passò la linea delle primarie aperte ma con una registrazione dei votanti. “Nuove regole per vietare di candidarsi agli ex sindaci? Vedremo, sono voci”, dice Bassolino. “A me sembrerebbe sbagliato. Non si cambiano mai le regole in corso di gioco e in generale penso che siano giuste le regole che tengono a includere e ad aumentare la partecipazione, non ad escludere”. Sullo sfondo, resta l’intenzione di candidarsi a sindaco in ogni caso. Con il Pd o con una sua lista civica.

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