venerdì 13 novembre 2015

14 arresti all'ospedale Israelitico

 L'accusa è di truffa. Coinvolto anche ex presidente Inps

Ai domiciliari medici e dirigenti dell'ospedale Israelitico di Roma, l'accusa è di falso e truffa. Tra le persone coinvolte anche Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps dal 2008 al 2014. Ma c'è chi si mobilità fuori dalla politica per costruire il futuro della città.


La gestione della Sanità pubblica ancora una volta al centro di un’inchiesta. Questa volta a Roma, con medici e dirigenti ai domiciliari con l’accusa di truffa. Sono in tutto 17 le misure restrittive eseguite dai carabinieri del Nas di Roma: 14 ordinanze di custodia cautelare e 3 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di responsabili, dottori e operatori dell’Ospedale Specializzato Israelitico della capitale. Tra questi anche Antonio Mastrapasqua, già dirigente dello stesso ospedale ed ex presidente dell’Inps.
Falsi ricoveri per ottenere rimborsi
I provvedimenti di questa mattina, emessi dal gip del Tribunale di Roma, sono il risultato di un’indagine partita un anno fa e che aveva già visto l’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni dei massimi dirigenti della struttura con pesanti ipotesi di reato: falso e truffa in danno della Sanità pubblica. Secondo l’accusa, infatti, tra i vertici dell’Ospedale Israelitico c’era un accordo per truffare il sistema sanitario nazionale ottenendo rimborsi più alti rispetto alle prestazioni effettivamente svolte. Per gli inquirenti, nella struttura ospedaliera venivano aumentati i numeri dei ricoveri, falsificate le cartelle cliniche delle operazioni svolte, mentendo sulle reali operazioni fatte. Per questo è arrivato anche il sequestro preventivo di 7,5 milioni di euro: «Una somma- fanno sapere i carabinieri- riconducibile alla indebita richiesta economica eccedente le prestazioni realmente erogate della struttura ospedaliera».
Ai domiciliari Antonio Mastrapasqua
Mastrapasqua, da oggi  ai domiciliari, è stato presidente dell'Inps dal 2008 fino al primo febbraio 2014, quando ha lasciato l’incarico dimettendosi per il conflitto di interessi proprio con il ruolo di direttore generale dell'Israelitico. Un conflitto di interessi che era stato rilevato dall'allora presidente del Consiglio, Enrico Letta, che aveva invitato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, a presentare una relazione sulla vicenda.
Il Pd a Marino: «No a ripensamenti»
Ma a Roma sono giorni intensi anche per quanto riguarda i destini del sindaco Ignazio Marino. Le dimissioni presentate il 12 ottobre diventeranno effettive il 2 novembre, quando scadranno i 20 giorni previsti dalla legge per ritirarle. «Ci sto riflettendo, ho ancora del tempo per verificare alcune cose», ha detto ieri il chirurgo dem. Uno spiraglio di ripensamento che si è scontrato con il muro del Pd romano. A partire dal commissario Matteo Orfini che ha ribadito: «La nostra linea non cambia, resta la stessa: non ci sono più i margini per andare avanti», linea sostenuta anche dall’assessore alla Legalità Alfonso Sabella: «Quando il sindaco di Roma ha presentato le dimissioni sono andato a dirgli che non c'erano più le condizioni politiche e ne ha preso atto. Oggi sa che queste condizioni non ci sono. Io aspetto e so che il 2 novembre deve arrivare un commissario a Roma».
Pronto al braccio di ferro
Un no, quello del Pd, che non avrebbe comunque fatto cambiare idea al sindaco dimissionario pronto ad andare alla verifica della maggioranza in Aula, fino al braccio di ferro con il partito. «Il sindaco sta riflettendo se verificare la maggioranza in assemblea capitolina», ha confermato una delle fedelissime del sindaco, l’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi. «Quando un sindaco dà le dimissioni rompe un patto con i cittadini e deve rifletterci prendendosi i 20 giorni previsti per legge» ha concluso.
ReactionRoma
In un momento così difficile per la capitale c'è anche chi prova a raccontarla con occhi diversi. Quelli di chi ci vive, da chi ci lavora e da chi ci passa da turista. Un social movie realizzato con immagini, frammenti di video, microstorie, con l’idea di coinvolgere il maggior numero di cittadini possibile, incluse le scuole. Una installazione per raccontare Roma da punti di vista inediti, ma nel progetto originale ci sono anche città, e cominciare dalla capitale, in un momento di particolare fragilità è un segnale. L’idea è di Pietro Jona, documentarista, regista, (per Sky ha diretto tutte le stagioni di Sgommati), che ha attivato un sito web (www.reactionroma.it) attraverso il quale chi vive o passa per Roma è invitato a mandare immagini e video. Il materiale raccolto sarà poi organizzato in quattro aree tematiche e diventerà una video installazione in mostra l’anno prossimo al Macro (il museo d’arte contemporanea al Testaccio). Le istruzioni per partecipare sono visibili anche in un primo tutorial realizzato con Carolina Di Domenico e Valentina Correani.
Basta un telefono
«E’ un social movie per Roma - dice Pietro Jona -. Invitiamo i romani a fotografare la città dal loro punto di vista. Con video che possono essere piccole storie oppure angoli di Roma mai visti. Partiamo dalla capitale, ma il progetto è più ampio. L’obiettivo è fare tante video installazioni in tante città del mondo tutte realizzate in questo modo. Le immagini potranno essere realizzate con i telefoni, tablet, macchine fotografiche, in maniera amatoriale ma anche professionale. «E’ un invito rivolto a tutti - spiega Pietro Jona, che qualche anno fa ha realizzato un documentario internazionale sul passaggio di millennio - ognuno può dare il suo contributo per una iniziativa che non ha nessuna connotazione politica ma solo artistica. E’ un invito aperto anche al mondo della cultura».

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