venerdì 13 novembre 2015

Dal "prefetto di ferro" di Mussolini Mori ai prefetti Gabrielli e Tronca, "Italia di prefetti"

Dal "prefetto di ferro" di Mussolini Mori ai prefetti Gabrielli e Tronca, "Italia di prefetti" e di grand commis

. Politica
Quando la democrazia e' in difficoltà o viene descritta come tale, arrivano i prefetti ed i grand commis. Questi ultimi alcuni veri e molti presunti. La conseguenza di tutto puo' essere l'omologazione. Come se su ogni questione di scelte e di costi sociali bastasse applicare il manuale di fedele servitore dello Stato. Come se su ogni scelta nel sottofondo non ci sia una visione di destra o di sinistra. Di veri super partes ne esistono assai pochi. Di personaggi pur autorevoli che si agganciano alla destra o alla sinistra assecondale nei vari casi, molti. E sono anche in molti anzi moltissimi a rimpianger i tempi dei Craxi ed  Andreotti dove non funzionava  lo spoil system, ma dove ognuno comunque aveva qualcosa se inserito ad alti livelli.  Ora torna l'ora dei prefetti, catapultati da una realtà all'altra, come se fosse sufficiente adottare un modello per renderlo efficiente. A Roma arriva il milanese di origine palermitana Tronca, uno dei fautori dell'Expo per porre fine alle malandrinate romane. Ed era già arrivato Gabrielli designato per accudire Marino per il Giubileo. Ovviamente tutti amici di Renzi (meno tra loro) che si fida più di loro, che di quelli del suo partito. Che vorrebbe rifondare facendone un partito della Nazione. Per ora comincia con i prefetti che sicuramente della nazione fanno parte e con alcuni grand commis. Basti pensare che per affiancare Tronca ne sono in arrivo ben sette per formare una vera sorta di giunta comunale d'emergenza. Che dire poi delle Regioni con commissari ad acta per la Sanita', ben cinque, Lazio, Campania, Molise, Abruzzo e Calabria? Con Renzi che chiama i governatori con un sibillino, ma non troppo: "Adesso con le regioni ci divertiamo, ma sul serio". Vuole ridurre gli sprechi e se non subito rendere la Sanita' nazionale, così' da non fare piangere tropo di miseria gli stessi governatori. E l'aria che tira in politica e' che nessuno si voglia più omologare. Quanto va di moda dire "Ne' di destra, ne' di sinistra", pensando così di ottenere un maggiore consenso da parte di una stanca opinione pubblica. Che pero' forse, attenzione, non e' affatto stanca della politica, anzi della sua assenza. Del logorarsi delle ideologie e della marmellata che tutto raggruppa in un poco edificante calderone. Il primo vero prefetto, che fece qualcosa, anche se con metodi brutali, fu Cesare Mori, inviato da Mussolini nel 25 a Palermo per combattere la mafia. Cosa che gli riuscì, tanto bene, che la mafia fiera antifascista collaboro' e non poco allo sbarco degli americani in Sicilia. Mussolini mando' a Mori, quando si insedio' un telegramma: "Vostra Eccellenza ha carta bianca, l'autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi". Risuonano le campane della storia?

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