venerdì 8 marzo 2013

Elezioni e voto segreto: una beffa tutta italiana alla base del voto di scambio


Elezioni e voto segreto: una beffa tutta italiana alla base del voto di scambio

commenta!28 febbraio 2011| Invia l'articolo | Stampa |
Si parla di elezioni e si ricomincia a parlare della famosa legge elettorale “blindata”, definita porcata da tutti ma che tutti vogliono tenersela ben stretta. Nessuno parla della porcata della tessera elettorale e delle sezioni, veri e propri centri di analisi e controllo del voto.La tessera elettorale “multipla” inventata,  si disse,  per ragioni di risparmio, motivazione a cui nessuno ha mai creduto,  è stata “bocciata nel 2001 dal Garante sulla Privacy nel 2001 che si espresse in modo negativo a questa innovazione e spiegò che “il nuovo modello di tessera elettorale rende nota una sequenza di dati relativi a tutte le consultazioni elettorali precedenti che, a causa di eventuali smarrimenti, visione della tessera da parte di altri soggetti o di componenti dei seggi elettorali, richieste improprie da parte di uffici o persone, espongono il cittadino al rischio che la scelta di partecipare o meno alla consultazione elettorale sia facilmente conoscibile anche fuori della sezione elettorale.”
Sempre secondo il Garante, “viene a determinarsi la possibilità di dedurre, attraverso la tessera, l’orientamento politico degli elettori, violando in tal modo la segretezza del voto tutelata dalla Costituzione. Alcune consultazioni elettorali, infatti, possono assumere particolare significato per l’oggetto (si pensi a determinati referendum o a votazioni di ballottaggio) o per il contesto in cui cadono (alcune forze politiche possono esprimere specifici orientamenti invitando gli elettori di tipo al voto o all’astensione), tanto che anche il solo dato dell’avvenuta partecipazione alle operazioni di voto può risultare molto indicativo. Va peraltro evidenziato che la prevista timbratura della tessera con il bollo della sezione di voto può, in determinati casi (degenza in ospedale, detenzione in carcere), rendere conoscibile la particolare condizione dell’elettore.”
Ma c’è di più. In Sicilia questa innovazione è parte integrante del sistema di controllo del voto e dei voti di scambio.
Il Garante quindi boccia la tessera ma  i governi se ne infischiano e continuano a mantenerla in suo e qui si innescano altri problemi che sono alla base del controllo sistematico del voto.
In Italia non ci sono centri di votazione libera. Ogni città o paese, piccolo o grande, è diviso in seggi e ogni seggio viene suddiviso in sezioni.
In pratica, tutti i residenti di un quartiere vengono inseriti nel seggio di riferimento ma non come unico seggio, vengono ancora opportunamente divisi in sezioni e queste sezioni sono parti del quartiere.
Da qui, oltre al controllo del voto tramite la scheda, il candidato ha la possibilità di verificare se l’elettore ha votato o no e quindi può facilmente individuare la rispondenza della “disponibilità”.
A ciò va aggiunto che in ogni seggio c’è sempre un rappresentante di lista e questi può, con la scheda multipla, avere contezza immediata circa l’attività di voto dell’elettore.
Per un voto libero e segreto sarebbe semplice che ci fossero sparsi per la città posti di votazione con gli elenchi (possibilmente in  formato telematico) dei cittadini aventi diritto al voto, dove ogni cittadino potrebbe recarsi a votare indipendentemente dal quartiere di residenza senza l’obbligo preciso di doversi recare nel seggio “stabilito” dal Comune.
Fin quando questo sistema non verrà modificato, in Sicilia si potrà continuare tranquillamente nella pratica del voto di scambio “controllato”.

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