sabato 26 settembre 2015

Asti, viaggio fra le colline del Moscato fra lavoro nero, braccianti stranieri e turni massacranti

Asti, viaggio fra le colline del Moscato fra lavoro nero, braccianti stranieri e turni massacranti

Tra le colline dell’Astigiano, patrimonio mondiale dell’Unesco, è appena terminata lavendemmia del Moscato. Se le stime parlano di un’annata senza precedenti in termini di qualità del vino, la qualità delle condizioni di lavoro dei braccianti non è migliorata. La maggior parte di loro arriva dalla Bulgaria e dalla Macedonia e si affida alle cooperativeche forniscono manodopera a basso costo alle aziende agricole del territorio. Le paghe non superano i 5 euro all’ora per oltre dieci ore di lavoro al giorno senza alcuna pausa: “E’ dal 2008 che vengo a lavorare qui insieme a mia moglie – racconta un lavoratore bulgaro – ci fermiamo per 30 giorni per poi tornare in Bulgaria in attesa della raccolta delle arance aRosarno”. Dormono nel loro furgone parcheggiato nel cortile dell’azienda dove lavorano. Chi non possiede un mezzo proprio si accampa tra i boschi attorno a Canelli o lungo le rive del fiume Belbo. L’unico sostegno ai lavoratori arriva dalla Caritas che ha aperto un dormitorio temporaneo per venti persone e dalla Flai CGIL che, insieme a CarovaneMigranti, nei giorni della vendemmia ha volantinato tra le vigne. “Negli ultimi anni sono sorte tante cooperative che forniscono manodopera a basso costo alle aziende agricole – spiega il sindacalista Paolo Capra – i contratti stipulati sono “grigi” senza timbro né firma del datore di lavoro”. Contratti che riconoscono solamente cinque giornate di lavoro a fronte di oltre venti giornate reali: “E’ dura – spiegano i bulgari – ma non abbiamo alternative” 

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