mercoledì 12 dicembre 2012

BERLUSCONI, IL RE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO


BERLUSCONI, IL RE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
di Franco Fracassi
Silvio Berlusconi è nemico del sistema bancario, uno dei cosiddetti poteri forti? Facciamo i conti in tasca al Cavaliere. Possiede una banca e detiene il terzo capitale azionario della banca d'affari più importante d'Italia. In altre parole, non solo i suoi affari sono intrecciati con quelli dei banchieri, ma attraverso le sue banche controlla gran parte del sistema capitalista del Paese.
Andiamo per ordine. Il gruppo Fininvest controlla il 35,97% della Banca Mediolanum. L'altro grande socio dell'istituto di credito è Ennio Doris, quello che racconta della «banca tutta intorno a te» mentre disegna sulla sabbia un cerchio con un bastone.
Banca Mediolanum è nata nel 1997 come banca online, quindi senza sportelli. Grande il vantaggio economico di non avere tutte le spese di gestione derivanti da sportelli aperti al pubblico e dall'indispensabile personale. Grande, forse ancor di più, lo svantaggio di essere strutture accessibili soltanto da una piccola parte dei risparmiatori italiani, quelli che all'epoca facevano trading online.
Berlusconi, quindi, si rese conto che gli sportelli sarebbero stati molto utili. Era il 2001, e lui era appena ridiventato presidente del Consiglio. Perché allora non utilizzare una struttura pubblica per far arricchire il suo portafogli? Le Poste Italiane avevano 14.000 sportelli, in tutti i Comuni del Paese, con tutti i dipendenti già stipendiati dalla collettività.
L'allora ministro delle Comunicazioni era Maurizio Gasparri. Il Ministero non solo era proprietario delle Poste, ma era anche il controllore delle operazioni che la società pubblica faceva sul mercato. Cosa fece Gasparri? Decise di offrire a Mediolanum i suoi 14.000 sportelli e approvò l'operazione, in barba a qualsiasi legge sul conflitto d'interessi e sull'antitrust.
Durante e dopo questa operazione nessun parlamentare dell'allora opposizione (Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Italia dei Valori) disse una sola parola per cercare di impedire l'accordo. Unico tra tutti fu il deputati dei DS Giorgio Panattoni, che denunciò l'operazione all'antitrust, senza successo, però.
Oggi Banca Mediolanum, sempre online, gestisce un patrimonio di 46 miliardi di euro e può contare su 18.000 sportelli. Perché alle Poste Italiane si è aggiunta anche San Paolo-Intesa dell'ex amministratore delegato (oggi ministro) Corrado Passera. Tanto per dare un termine di paragone, la banca italiana con più sportelli è Unicredit (che è anche il principale gruppo bancario del Paese) con 4.323.
Abbiamo detto di Banca Mediolanum. Poi nell'impero Berlusconi c'è anche Mediobanca. Istituto di credito fondato nel 1946 per aiutare la grande industria italiana. Da allora non c'è operazione finanziaria di un certo livello, non c'è fusione tra grandi società, non famiglia industriale italiana che non dipenda in qualche modo dalle decisioni prese da Mediobanca. Insomma, in Italia chi controlla Mediobanca controlla il sistema industriale, bancario e assicurativo del Paese.
Principale azionista di Mediobanca è la francese Financière du Perguet S.A. (11,42%), poi c'è Unicredit (19,52%), terzo maggior azionista è la famiglia Berlusconi (9,87%), grazie ai soldi della Fininvest (2,25%) e a quelli di Mediolanum (7,62%). E non è tutto. Membro del consiglio di amministrazione della banca è Pier Silvio Berlusconi, primogenito di Silvio.
Il governo Monti è certamente espressione del sistema bancario italiano e internazionale. Ma quello Berlusconi aveva il suo comandante assoluto che era parte importante di quello stesso sistema.

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