sabato 29 agosto 2015

Rita Dalla Chiesa: "Perché difendo il capitano Ultimo.

Rita Dalla Chiesa: "Perché difendo il capitano Ultimo. Ostacolato ed esautorato per invidia"

Parla la popolare conduttrice tv, figlia del generale ucciso dalla mafia, in difesa del carabiniere che ha arrestatato Totò Riina: "Lui è un simbolo. E i simboli non si toccano"

Rita Dalla Chiesa: 'Perché difendo il capitano Ultimo. Ostacolato ed esautorato per invidia'
di Cinzia Marongiu   (@cinzia55555)
“Le battaglie mi hanno sempre appassionato. Non solo. Più sono scomode, più mi appassionano”: ride Rita Dalla Chiesa ma non è mai stata più seria. Da quando, tra il torpore agostano, è trapelata la notizia-bomba dell’esautoramento del capitano Ultimo dal comando operativo del Noe (il Nucleo carabinieri per la tutela dell’ambiente), l’account Facebook della figlia del generale Dalla Chiesa è diventato un terminale di appelli, denunce, idee, proposte in nome di un solo obiettivo: far tornare al suo posto l’uomo che ha arrestato Totò Riina, nonché il carabiniere più amato (e osteggiato) d’Italia. Appunto, battaglia scomoda. Ma non di certo battaglia persa. “Ultimo è un simbolo. È il carabiniere che sta dalla parte dei deboli, di chi soffre”.
In effetti lo sono, o dovrebbero esserlo, tutti i carabinieri. 
“Certo, è vero. Ma Ultimo è l’uomo che ha arrestato il capo di Cosa Nostra e che lo ha messo sotto il quadro di mio padre. Non lo dimenticherò mai. Per me toccare Ultimo è come toccare mio padre. Ecco perché quando ho letto la notizia della sua destituzione con una lettera firmata dal comandante Tullio Del Sette sono rimasta scioccata. Non potevo crederci. E per associazione di idee mi è venuto in mente mio padre”.
Perché?
“Amo l’Arma dei carabinieri, sono cresciuta nelle caserme. Anzi, le dirò di più, mi sento a casa nelle caserme e so anche di essere molto amata e stimata dall’Arma. Mio padre mi è venuto in mente perché gli uomini scomodi non sono mai amati dai poteri. Sono uomini che non guardano in faccia nessuno e che non si piegano. Ultimo è uno di questi. È un carabiniere anomalo che da 22 anni vive con un cappuccio in testa e rischia la vita ogni secondo perché gliel’hanno giurata. Naturale che nei suoi confronti ci siano invidie e gelosie. Le stesse che ha subìto mio padre. Quando lui era vivo, mi ricordo che c’erano un comandante dei carabinieri e un suo vice che lo detestavano. Mi ricordo anche, che a mio padre, l’uomo che combatteva le Brigate Rosse, fu sciolto il gruppo antiterrorismo. Invece di agevolarlo, invece di dargli più uomini, glieli tolsero. Come si chiama questo modo di procedere? Nella migliore delle ipotesi, invidia”.
Conosce personalmente Sergio De Caprio, nome in codice Ultimo?
“Sì, lo conosco e l’ho anche incontrato di recente. L’ho trovato combattivo ed entusiasta e ancora una volta mi sono stupita per l’enorme affetto che lo lega ai suoi uomini, che stanno con lui 24 ore su 24. Che vivono con lui, che si farebbero uccidere per lui. Come dimenticare quando qualche anno fa gli revocarono la scorta? Come dimenticare quando fu messo sotto accusa per non aver perquisito il covo di Riina, venendo poi completamente assolto, ma dopo un bel po’ di tempo? Certo, Ultimo è un ribelle, uno che non ama troppo le regole, uno che pensa ai risultati più che al rispetto della burocrazia, uno che di sicuro infastidisce. Ma io lo ammiro e mi auguro che quella lettera venga smentita, che il generale Del Sette con una dichiarazione ufficiale possa smentire ciò che a noi è sembrato di capire e possa ridare a Ultimo il comando operativo del Noe e soprattutto restituirgli tutte le importanti indagini di cui si stava occupando, dalle intercettazioni al riciclaggio internazionale. Ultimo è un carabiniere da strada, non da ufficio. Togliergli le indagini sul campo è come togliergli la vita. E, poi, francamente credo che sia uno dei nostri migliori investigatori. Perché privarsene? Tutto il resto appartiene al quaquaraquame che non fa bene né all’Italia né all’Arma”.
Lei ha anche firmato un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme con i suoi fratelli Nando e Simona e con Raoul Bova, alter ego sullo schermo di Ultimo, e con il regista delle fiction su di lui, Michele Soavi. Avete avuto qualche risposta?
“Per ora niente, anche se vorrei precisare che io e i miei fratelli quella lettera non l’abbiamo materialmente firmata. Ma di sicuro ne condividiamo i contenuti e io avevo dato la mia disponibilità a sottoscrivere qualsiasi appello. E, a proposito del presidente della Repubblica, ora mi viene in mente che durante l’ultima votazione in Parlamento più volte è venuto fuori il nome “De Caprio”. Come non chiedersi quanto questa popolarità possa disturbare?”.
Una popolarità che accomuna Ultimo a suo padre , che anche dopo morto non è sempre ricordato come meriterebbe. Proprio nei giorni scorsi lei stessa è stata protagonista di un’altra battaglia che riguardava il penoso stato in cui era ridotta la lapide dedicata al generale Dalla Chiesa in via Carini a Palermo, laddove è stato ucciso. Questa volta andata a buon fine grazie all’intervento del sindaco Leoluca Orlando. Ma qual è la morale?
“La morale la vorrei sapere pure io. Sotto la lapide di mio padre c’era spazzatura e incuria. Quando l’ho vista mi è venuta la curiosità di andare sotto casa di Falcone e Borsellino. E lì ho trovato fiori e biglietti, amore e affetto. Ma come? Senza voler fare odiosi paragoni (anche perché io Falone e Borsellino li piango sempre e comunque), mi sono chiesta: perché mio padre no? Forse perché era un carabiniere? Forse perché era di Parma e non siciliano? Allora sono andata a comprare una bandiera italiana e con un pennarello ci ho scritto sopra “papà”. Quella dedica non era per il generale Dalla Chiesa, era per mio padre. “Darò fastidio a qualcuno?”, mi sono chiesta. Pazienza. D’altra parte mio padre si è fatto ammazzare per noi, per i siciliani, perché tutti si sentissero protetti nella legalità. La risposta del sindaco è stata immediata e fantastica. Mi resta una domanda: perché ho dovuto pensarci io?”.
E ora?
Ride ancora Rita. E scherza, ma non troppo: “Finchè non avrò un altro programma tv che mi tenga occupata nelle mie giornate così come accadeva con Forum, mi occuperò di altre battaglie. La prima? Quella per il pieno recupero della bellezza di Palermo, secondo me di gran lunga la più bella città d’Europa”. Il sindaco e i palermitani sono avvisati.

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