sabato 29 agosto 2015

Giornata storica per Cuba: torna a sventolare la bandiera Usa.

Giornata storica per Cuba: torna a sventolare la bandiera Usa. Kerry inaugura ambasciata

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L'Avana (Cuba), 14 agosto 2015  - Gli Stati Uniti e Cuba "non sono più nemici ma vicini" e "non sono prigionieri della storia: Raul Castro e Barack Obama hanno preso decisioni coraggiose". Sono le prime parole pronunciate da John Kerry durante la cerimonia all'Avana: il segretario di Stato americano ha innalzato la bandiera a stelle e strisce, che dopo 54 anni torna a sventolare sull'ambasciata americana, riaperta già a luglio. E' un giorno storico per i due paesi: la cerimonia di oggi è un altro simbolico passo nel disgelo delle relazioni tra i due storici avversari della Guerra fredda. 
KERRY A CUBA DIRETTA TV
'METTERE DA PARTE BARRIERE' - "Non abbiamo nulla da temere" dalla ripresa dei rapporti diplomatici, ha affermato il segretario di Stato Usa che ha alternato lo spagnolo all'inglese: "Bisogna mettere da parte le barriere ed esplorare le possibilità". Kerry è il primo capo del dipartimento di Stato a visitare l'Avana in 70 anni e nel suo viaggio è accompagnato da alcuni membri del Congresso e da tre dei marine che nel 1961 calarono per l'ultima volta il vessillo degli Stati Uniti. "Oggi - ha detto Kerry nel suo discorso ufficiale - mi sento a casa". 
IL RUOLO DEL PAPA - John Kerry, elencando gli artefici del riavvicinamento tra i due Stati, ha citato per primi Papa Francesco ed il Vaticano, ringraziando il Pontefice "che ha reso possibile tutto questo".
PRESSING PER LA DEMOCRAZIA - Poi è tornato sulla questione dei diritti umani, premendo perché l'Avana onori gli obblighi presi: "Il futuro di Cuba deve essere fatto dai cubani, non può venire da una entità esterna. Ma i leader cubani sappiano che gli Usa resteranno sempre un campione di principi democratici e riforme, continueranno a esortare il governo sul rispetto dei diritti umani". Una "democrazia genuina", secondo il segretario, è la migliore possibilità per gli abitanti di Cuba, che possano "eleggere liberamente i loro governanti". 
MINISTRO CUBANO: 'SU DIRITTI PROFONDE DIFFERENZE' - Ma il ministro degli esteri Bruno Rodriguez gela gli entusiasmi a stelle e strisce: "Gli Stati Uniti e Cuba continueranno ad avere profonde differenze in materia di  democrazia e diritti" .  Nella conferenza stampa congiunta con John Kerry, Rodriguez ha sottolineato che "Cuba è orgogliosa per la sua storia nei diritti umani". Frizioni dunque continuano a sussistere tra i due Paesi. Del resto, ammette Kerry, il processo di normalizzazione delle relazioni "non sarà facile"
QUESTIONE EMBARGO - Il presidente cubano Raul Castro e l'omologo statunitense Barack Obama avevano annunciato lo scorso dicembre l'intenzione di ristabilire i rapporti diplomatici, riaprire le ambasciate e lavorare insieme per normalizzare le relazioni. 
Cuba chiede a Washington di porre fine all'embargo e restituire la base navale americana di Guantanamo. Gli americani prememono invece sull'Avana per un miglioramento in materia di diritti umani, il ritorno dei profughi ai quali è stato concesso l'asilo politico e la restituizione delle proprietà dei cittadini statunitensi nazionalizzate dopo che Fidel Castro è salito al potere.
"In questa nuova situazione di normalizzazione l'embargo potrà essere rimosso dal Congresso, cosa che noi ci auguriamo", ha detto a questo proposito John Kerry oggi all'Avana. Il segretario Usa ha ricordato che "l'amministrazione Obama ne sostiene con forza la revoca", ma la maggioranza repubblicana potrebbe non consentirlo.

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