domenica 2 agosto 2015

Operazione Gea.Cosi paghiamo i prodotti dell'agricoltura da Bolzano a Pantelleria per volere dei clan.

L'operazione odierna della Dia di Roma, in collaborazione con quella campana e siciliana denominata “Gea” conferma per l'ennesima volta, attraverso gli arresti di personaggi noti o meno inseriti nel commercio dell'ortofrutta nazionale e fuori dalle frontiere, il legame stretto tra mafia siciliana,camorra campana e quinta mafia sul controllo dei prezzi e del trasporto delle produzioni agricole. Il Mercato Ortofrutticolo di Fondi in provincia di Latina continua a svolgere il ruolo di nodo strategico per il business dei clan nei commerci dell'ortofrutta e rende milioni di euro ai boss dell'agroalimentare che entrano cosi nei nostri panieri della spesa e nei nostri piatti arricchendosi. La Dda di Napoli torna dunque a mettere le mani sul monopolio dei prezzi e sul trasporti dell'ortofrutta imposti delle mafie in tutto il Paese e li dove esportiamo o commercializziamo i prodotti della terra . In questo contesto di economia criminale si impoveriscono produttori e consumatori. Vale a dire che se si compra una mela o una verdura a Palermo a Milano o ad Amsterdam il prezzo lo stabilisce la mafia con grandi guadagni dei boss del settore e la complicità di pezzi della politica che resta a guardare o che comunque trova il suo tornaconto, caso mai di tipo elettorale. Che sia un affare per le mafie lo confermano i sequestri patrimoniali eseguiti oggi dalla Dia romana che ammontano ad oltre 100 milioni euro, in linea del resto a quanto avvenuto sin dal 2010 e 2011 con altre più o meno identiche operazioni di polizia che siamo sicuri si ripeteranno fin quando il lavoro egregio di magistratura e forze dell'ordine resterà senza conseguenze per quanto spetta ad altre competenze, in particolare alle responsabilità proprie della politica.
Questo è quanto scrivevo il 17 novembre 2011 sul quotidiano on line ICITTADINI e su altri organi di informazione e le cose da allora non sono cambiate in meglio, anzi!
Kalashnikov, pistole e bombe tra le casse di frutta 
Un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha dimostrato che vi è una stretta e pericolosa alleanza tra camorra e mafia siciliana per il controllo del trasporto dell’ortofrutta e del traffico delle armi, nell’ambito del mercato di Fondi, in provincia di Latina. Un articolo pubblicato su www.icittadini.it :

“Esiste una vera e propria alleanza tra camorra e mafia siciliana per il controllo del trasporto dell'ortofrutta e del traffico delle armi.Al centro dei traffici il mercato ortofrutticolo di Fondi in provincia di Latina. Seguendo questa pista investigativa la squadra mobile della Questura di Caserta e la Dia di Roma hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti di spicco del clan dei casalesi, dei Mallardo di Napoli e dei corleonesi.Nel comunicato stampa emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, a firma del procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, oltre alla notizia dell'arresto di Gaetano Riina, fratello del più noto Totò Riina e del figlio del boss dei casalesi ‘Sandokan’, Nicola Schiavone, si evidenzia, tra l'altro, attraverso le immagini di un video shock, come nel mercato di Fondi venissero occultati sui tir casse di fucili mitragliatori e armi destinate a rifornire i mercati criminali campani e siciliani.Le indagini riguardano un periodo compreso tra il 2005 ed il 2011 e rappresentano lo sviluppo delle operazioni ‘Sud Pontino’ e ‘Paganese’ che portarono, nel maggio del 2010, all'arresto di 68 persone ed al sequestro di beni per oltre 90 milioni di euro.Gli investigatori scoprirono già da allora una cupola criminale tra mafia e camorra,con la complicità di elementi della mafia del sud del Lazio, in grado di monopolizzare il trasporto su gomma di frutta ed ortaggi da nord a sud del Paese, con base operativa centrale nel mercato ortofrutticolo di Fondi, uno tra i maggiori d'Europa.Al centro delle indagini i radicamenti di camorra, ‘ndrangheta e mafia nel basso Lazio. Dalle investigazioni emerse che esponenti di alcune famiglie mafiose siciliane erano fortemente interessati alla grande distribuzione alimentare, e che progettavano di aprire nell'area romana magazzini per lo stoccaggio di merci da commercializzare nella grande distribuzione.Tutto questo portò, come noto, a scoprire la causa della malattia nel forte legame tra esponenti politici e pubblici funzionari con elementi mafiosi che controllavano e controllano tuttora quel grandissimo mercato agroalimentare.La vicenda si concluse nel peggiore dei modi tutto resto come prime ed oggi la magistratura e la polizia di Stato aggiungono un ulteriore tassello alla loro capace azione di repressione mentre un pezzo della politica, infatti tutta l'area del mercato è di proprietà della Regione Lazio, continua a far finta che nulla accada, permettendo alle mafie s.p.a. di contaminare economia e società del centro nord d'Italia...Oggi 20 Luglio 2015 la storia continua e si può dare senza sbagliare appuntamento alla prossima brillante operazione della Dia.

Nessun commento:

Posta un commento