sabato 9 maggio 2015

'Ndrangheta, 30 arresti in collaborazione con Fbi

'Ndrangheta, 30 arresti in collaborazione con Fbi

Smantellata una organizzazione per il traffico internazionale di droga, la base operativa delle 'ndrine in una pizzeria del Queens gestita da un calabrese inviato a New York dai clan di Siderno e Gioiosa Jonica


Maxi-retata anti 'Ndrangheta di polizia e Fbi tra Calabria e Stati Uniti. L'indagine, denominata “Columbus” e coordinata dalla procura antimafia di Reggio Calabria, ha consentito di ricostruire vecchie e nuove alleanze tra famiglie mafiose americane e calabresi per il controllo di un traffico internazionale di droga. La base dell'organizzazione sarebbe un ristorante nel Queens a New York, gestito da un calabrese incensurato assieme alla moglie e al figlio: tutti arrestati. La rete, secondo le ricostruzioni, si sarebbe avvalsa del lavoro di “corrispondenti” in Colombia, Costarica, Olanda, Spagna e Italia, ha gestito fino a oggi il traffico.




15 arresti, 30 indagati
In totale, gli arresti e i fermi sono 15  tra la Calabria e New York. Circa 30 gli indagati. Nelle oltre 300 pagine del provvedimento di fermo, i magistrati di Reggio Calabria, il procuratore capo Federico Cafiero de Raho e il procuratore aggiunto Nicola Gratteri hanno ricostruito, grazie alle indagini della Polizia di Stato, le alleanze internazionali e le ramificazioni oltreoceano delle 'ndrine.



Cocaina tra frutta e tuberi
Lo schema operativo-criminale emerso negli Stati Uniti faceva leva su una rete commerciale e societaria, utilizzata come copertura per l'importazione della cocaina, che operava nel settore alimentare per l’importazione di frutta tropicale e tuberi. Nell’ottobre e nel dicembre 2014 nei porti statunitensi di Wilmington (Delawere) e Chester-Philadephia (Pennsylvania) sono stati sequestrati due carichi di cocaina per un totale di 60 chilogrammi. Il sequestro è avvenuto grazie a pedinamenti e intercettazioni, monitorando persone fisiche e giuridiche sospettate di aver avviato un traffico internazionale di stupefacenti. La droga sequestrata, secondo gli inquirenti, ha consentito la definizione di ruoli e condotte criminali dei soggetti emersi nell'inchiesta. Al vertice dell'organizzazione, uomini della 'ndrangheta a New York. Inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria - sottolineano gli inquirenti - già avevano dimostrato l'esistenza di un “ponte” tra New York e l'area ionico-reggina, finalizzato a porre in essere legami criminosi tra Sud America, Stati Uniti e Italia.

Una pizzeria nel Queens la base dell’organizzazione
A gestire la  “centrale operativa” del narcotraffico internazionale era il titolare di una pizzeria del Queens, Gregorio Gigliotti, originario di Serrastretta in provincia di Catanzaro che da alcuni anni era stato inviato dai potentissimi clan di Siderno e di Gioiosa Jonica a New York per gestire il business internazionale della coca. Gigliotti è stato arrestato insieme alla moglie, Lucia Eleonora, e al lfiglio Andrea. L'inchiesta è della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria coordinata dal procuratore Cafiero De Rao e dall'aggiunto Nicola Gratteri. Gli investigatori dello Sco, guidati da Renato Cortese e Andrea Grassi, e gli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria e dell'Fbi per oltre due anni hanno intercettato e filmato Gregorio Gigliotti e i suoi "agenti" in Sudamerica che gestivano una struttura logistica di copertura, dedita all'export ed import di frutta e derrate alimentari, ma che in realtà serviva loro a spedire in tutto il continente gli stupefacenti. Come dimostrato dai filmati girati dagli inquirenti la cocaina era nascosta nelle scatole contenenti banane ed altra frutta esotica che venivano poi caricate su containers e spedite prima negli Stati Uniti, poi, da lì, in Europa.
Omicidi e tradimenti
Le indagini, tutt’ora in corso, hanno permesso di scoprire una serie di omicidi (ancora irrisolti) di cui sarebbero rimasti vittime alcuni elementi che avevano “tradito” l’organizzazione appropriandosi di denaro frutto dell’attività, partite di cocaina o cercando di organizzare “movimenti” in proprio. I “resti” della spedizione di un carico di tre tonnellate di coca, sfuggita al controllo delle cosche, sono stati trovati addirittura in un supermercato di Rotterdam, finiti per sbaglio sul bancone della frutta di un centro commerciale.

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