domenica 24 maggio 2015

Bandiera nera dell'Isis sventola su Palmira

Bandiera nera dell'Isis sventola su Palmira, stragi e distruzioni, rischiano Damasco e Bagdad. Scacco ad Obama

. Esteri

Vendette e coprifuoco. Le case perquisite una ad una in cerca degli amici della "banda di Assad". I miliziani dell'Isis hanno ormai ii pieno controllo della città di Palmira, la città carovaniera da cui passava sul cammello nel deserto fin dai tempi biblici il traffico tra la Mesopotamia ed il Mediteranno con il suo carico di merci e di sculture. La bandiera dello stato islamico sventola sopra le rovina della città. Ma gran parte della grande ricchezza archeologica, patrimonio dell'umanità e' stato trasferito in luoghi sicuri dai siriani di Assad, prima di lasciare le loro postazioni. La popolazione in parte e' in fuga ed in parte e' rimasta bloccata e affamata, rintanata  in casa, con il terrore di sentire bussare alla porta. Sono state distrutte per ora solo alcune repliche di gesso. Il problema e' che la guerra si sta estendendo e il Califfato sembra avere superato il punto di non ritorno. Sul fronte siriano occupa meta' del territorio, mentre su quello iracheno  il fronte e' allargato, dopo la presa di Ramadi, dalla provincia di Mosul a quella di Anbar. L'Isis bussa alla porta di Damasco in Siria e a quella di Bagdad, che vorrebbe come capitale, in Iraq. "Non penso che stiamo perdendo", ha commentato Obama, che pero' viene messo sotto accusa in America e non solo dagli avversari repubblicani. I bombardamenti non appaiono sortire gli effetti sperati e l'avanza dell'Isis sta diventando inarrestabile. E' tutta la sua strategia a non convincere in patria. "In Siria c'era gente pronta a combattere contro i terroristi dell'Isis ed il carnefice Assad, ma noi americani abbiamo deciso di non aiutarli dicendo che erano ingegneri, medici, banchieri, poco credibili con le armi in mano. In Iraq invece , abbiamo continuato a cercare di costruire un esercito locale con capi settari e soldati corrotti che non avevano voglia di combattere", scrive il noto columnist Charles Krauthammer. E ridurre la caduta di Palmira e soprattutto quella di Ramadi a semplici episodi, sarebbe grave. "Spero che quello che dice Obama - afferma il giornalista - sia puro cinismo. Se crede davvero in quello che dice siamo nei guai". 

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