lunedì 9 febbraio 2015

L’Ocse: in calo il reddito pro capite degli italiani, scuola e sistema fiscale inefficienti

L’Ocse: in calo il reddito pro capite degli italiani, scuola e sistema fiscale inefficienti

Italiani sempre più poveri, con scuole sempre più scadenti e con un sistema fiscale che fa acqua da tutte le parti: questo è il “quadro”, secondo l’Ocse, del nostro Paese. Ma anche l’altra Europa sta marciando a passo ridotto. "La mancata ripresa dalla recessione sta portando il reddito pro capite dell'Italia a scendere ancora più in basso rispetto alle principali economie dell'Ocse" ha accusato l'organizzazione stimando che il Pil pro capite italiano nel 2013 era inferiore del 30% rispetto alla media dei primi 17 Paesi Ocse.
Le riforme strutturali - Ma l’Europa dell’euro non sta meglio. In questa fase di limitato margine delle politiche macroeconomiche, "è importante che l'agenda delle riforme strutturali metta più attenzione su quelle riforme che oltre ad accrescere la produttività e la creazione di posti di lavoro nel medio termine sappiano sostenere la domanda nel breve termine" ha fatto sapere la capo economista dell'Ocse, Catherine Mann, nel rapporto annuale “Going for Growth”. Se il passo di queste riforme dovesse rallentare troppo, aggiunge, "c'è il rischio che si sviluppi un circolo vizioso, in cui la domanda debole mina alla base la crescita potenziale, prospettiva che deprime ancora di più la domanda, dato che sia gli investitori sia i consumatori diventano ostili al rischio e preferiscono risparmiare".
L’Italia investe poco nella scuola - “Going for Growth” ha, fra le altre cose, messo sotto la lente di ingrandimento la scuola italiana, rilevando, in particolare, le poche risorse destinate al settore. L'Italia, dice la relazione, deve "migliorare equità ed efficienza" del suo sistema educativo, che "ha un basso rapporto tra qualità e costo e dovrebbe fare di più per migliorare le opportunità per i meno qualificati". L’organizzazione bacchetta in particolare il nostro Paese per la spesa per l'istruzione "scesa ben al di sotto della media" e per i numerosi cambi, "tre in quattro anni", al vertice dell'Indire, l'organismo per la valutazione della qualità della didattica.

Migliorare il sistema fiscale - L'Italia deve "migliorare l'efficienza della struttura fiscale", perché "il peso delle tasse per i lavoratori a basso salario è alto, il codice fiscale è troppo complicato e l'evasione è alta", ha segnalato “Going for Growth”. Al nostro Paese viene raccomandato, in particolare, di ridurre "le distorsioni e gli incentivi a evadere, riducendo i tassi di imposizione nominali elevati e abolendo molte spese fiscali", e "l'instabilità della legislazione, anche evitando misure temporanee". Inoltre, secondo l'Ocse, l'Italia dovrebbe "continuare a ridurre la tassazione del lavoro, quando la situazione di bilancio lo permette, puntando a incoraggiare domande e offerta di lavoro".
Più lavoro per donne e giovani - "I governi dovrebbero dare la priorità̀ misure a favore della crescita che aiutino a promuovere uguaglianza e inclusione", in particolare "rimuovendo gli ostacoli a una maggiore occupazione e partecipazione nel mercato del lavoro dei gruppi sottorappresentati, quali le donne, i giovani, i lavoratori scarsamente qualificati e quelli anziani". Lo afferma l'Ocse nel suo rapporto 'Going for Growth', auspicando una crescita "più inclusiva".
Avanti con privatizzazioni e deregulation – L’Ocse ci dispensa anche altri consigli. L'Italia deve ancora fare passi avanti sulle privatizzazioni, che "non hanno raggiunto gli obiettivi fissati" negli anni scorsi, e implementare con più efficacia le riforme per la riduzione delle "barriere alla concorrenza". Lo scrive l'Ocse nel rapporto 'Going for Growth'. In particolare, sottolinea l'organizzazione parigina, occorre "eliminare i legami di proprietà tra i governi locali e i fornitori di servizi, migliorare gli incentivi all'efficienza della giustizia civile, e snellire ulteriormente le procedure di bancarotta per ridurre durata e costo". Inoltre, rimarca l'Ocse, "un numero significativo di decreti attuativi" per le riforme di "deregulation abbastanza estesa" approvate tra il 2011 e il 2012 "devono ancora essere emanati".

Europa: Pil pro capite - Andando avanti con le riforme strutturali intraprese dopo la crisi, e concentrandosi sulle "migliori pratiche esistenti" i Paesi Ocse potrebbero "ottenere un aumento fino al 10% del livello di Pil pro capite a lungo termine" ha scritto l'organizzazione parigina, precisando che "questo aumento corrisponde ad un incremento medio di circa 3.000 dollari pro capite".

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