mercoledì 16 marzo 2016

Per Keith Emerson è suicidio.

Per Keith Emerson è suicidio. Con un colpo di pistola alla testa il fondatore degli Emerson, Lake & Palmer si è tolto la vita

Uno dei più grandi tastieristi della storia del rock è scomparso a 71 anni. Interprete spettacolare della sigla di "Odeon" e autore della colonna sonora di "Inferno" di Dario Argento

Keith Emerson
Keith Emerson
di Cinzia Marongiu   -   Facebook: Cinzia Marongiu su Fb
Keith Emerson si è tolto la vita.  Aveva 71 anni e si è sparato un colpo di pistola alla testa nella sua casa di Santa Monica. Un altro mito del rock se ne è andato in questo inizio del 2016 che ha già dato l’addio a David Bowie. Il fondatore dei mitici “Emerson, Lake & Palmer”, l’angelo biondo delle tastiere che aggrediva perfino con coltelli in performance spettacolari rimaste nella leggenda, capace di impareggiabili virtuosismi al punto da essere paragonato come tastierista a ciò che Jimi Hendrix è stato per la chitarra, “il signore del Moog” (il sintetizzatore monofonico modulare), è morto nella notte di venerdì 11 marzo nella sua casa di Santa Monica, a Los Angeles. A darne l’annuncio la stessa band sul profilo ufficiale di Facebook: "Ci spiace annunciare che Keith Emerson è morto la scorsa notte nella sua casa di Santa Monica, a Los Angeles, all'età di 71 anni. Chiediamo che vengano rispettati la privacy e il dolore della famiglia".
L'angelo biondo delle tastiere - Immediate le reazioni sui social network che, di condivisione in condivisione, risuonano in queste ore di un concerto globale fatto dei tanti successi firmati da Emerson, che ha segnato in modo indelebile la storia del rock progressive e barocco, essendo stato anima tra gli anni Sessanta e Settanta di due gruppi britannici ormai nella leggenda, prima i “Nice” poi la band all star “Emerson, Lake & Palmer:  mentre lui faceva show con l’organo Hammond, con i sinth e con un muro di tastiere, Carl Palmer picchiava sulla batteria e Greg Like, ex King Crimson, suonava il basso.
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La sigla di "Odeon" e quelle dita che volavano sui tasti - Per tantissimi italiani Keith Emerson, capelli biondi lunghi sulle spalle, giubbotto in pelle e sorriso sornione è l’impareggiabile interprete di “Honky Tonk Train Blues”, sigla nel 1976 di Odeon, rotocalco di RaiDue su “tutto ciò che fa spettacolo”, come recitava il sottotitolo di quella fortunatissima pagina di televisione.  Certo, bisogna avere almeno 40 anni o comunque un minimo di curiosità e amore per la musica, ma alzi la mano chi, almeno una volta nella sua vita, non ha provato ad accompagnare quelle tastiere dal suono vertiginoso e cristallino, classico e rock allo stesso tempo, muovendo le dita su un tavolo o un piano di fortuna nel tentativo (fallito in partenza, sia chiaro) di stare dietro alla velocità e al virtuosismo di Keith Emerson.
Nato a Tomorden, nello Yorkshire nel 1944, si era formato ascoltando i grandi pianisti jazz e studiando musica classica. Ed è proprio fondendo repertorio classico e rock che è entrato nella storia. Alla grande notorietà è arrivato sul finire degli anni '60 con i "Nice" e con gli album "Ars Longa Vita Brevis" ed "Elegy" e una versione di "America" da "West Side Story" di Leonard Bernstein. Il grande successo arriva con gli Emerson, Lake & Palmer fin dal primo album, che conteneva "Lucky Man" con il suo famoso assolo di Moog. "Tarkus", "Pictures at an Exibition", "Trilogy", "Brain Salad Surgery" sono i titoli più importanti. Una volta sciolto il gruppo, Emerson ha continuato la carriera solista ed è stato anche autore di diverse colonne sonore, tra cui quella di “Inferno” di Dario Argento.

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