venerdì 18 marzo 2016

MAGNESIO, COSA FARE SE TI MANCA

MAGNESIO, COSA FARE SE TI MANCA
di Paola Magni
L’importanza del magnesio per la vitalità dell’organismo trova continui riscontri scientifici. Questo minerale partecipa infatti all’attività di 350 enzimi, presiede le funzioni degli altri minerali, combatte egregiamente il sovraffaticamento fisico e mentale. Il suo apporto deve essere appropriato, ma sempre più persone ne sono carenti perché è l’alimentazione moderna ad esserne carente. Colpa dell’agricoltura industriale e della trasformazione degli alimenti (soprattutto cottura e raffinazione) che ne hanno abbassato drasticamente il livello nel cibo; concimi chimici, pesticidi e piogge acide sottraggono magnesio dal terreno e quindi agli ortaggi in crescita. Il colpo di grazia lo ha inferto la massiccia presenza di additivi negli alimenti, sostanze che catturano il minerale e ne bloccano le funzioni.
Per tutti questi motivi, il deficit da magnesio è molto frequente. Uno dei suoi sintomi più visibili è la tendenza alla spossatezza e al nervosismo, che innesca un circolo vizioso: più si è stressati, più le ghiandole surrenali liberano adrenalina, e più in fretta il magnesio viene eliminato. Altri sintomi da insufficienza di magnesio sono l’emotività eccessiva, il bolo isterico (sensazione di corpo estraneo a livello della faringe), tachicardia, astenia, tremori, contrazioni della muscolatura, sindrome premestruale o dismenorrea.
La richiesta del minerale è maggiore nelle donne, soprattutto in gravidanza, in allattamento o che fanno uso della pillola anticoncezionale. Il fabbisogno aumenta nei bambini in crescita, negli anziani e quando si praticano sport di resistenza, in condizioni di estremo caldo o estremo freddo.
Fonti naturali di magnesio
Cereali integrali, legumi, farina di soia, verdure verdi, cacao, mandorle, fichi, banane, crostacei e molluschi, le acque minerali con più di 100 mg di magnesio per litro. La vitamina D ne favorisce l’assorbimento.
Da evitare
I pasti ricchi di grassi, i dolci, gli alcolici e il consumo eccessivo di proteine animali, che ne inibiscono l’assorbimento.

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