mercoledì 16 marzo 2016

Effettuato il primo trapianto di vertebra ricostruita con stampante 3D

Effettuato il primo trapianto di vertebra ricostruita con stampante 3D

Intervento effettuato su un paziente colpito da "cordoma", una rara e aggressiva forma di cancro

di R.Z.
Un team di medici del Prince of Wales Hospital di Sydney ha condotto con successo il primo trapianto di vertebra ricostruita con stampante 3D. L’intervento, eseguito dal neurochirurgo Ralph Mobbs, è risultato essenziale per trattare un paziente affetto da una rara e aggressiva forma di cancro conosciuta come cordoma. Mobbs e colleghi hanno estratto l’osso canceroso e lo hanno sostituito con speciali vertebre in titanio stampate in 3D. Questo è il primo intervento del suo genere. “Il paziente, di circa 60 anni, aveva un tumore in una parte del corpo particolarmente difficile da trattare - ha commentato il neurochirurgo -. Nella parte superiore del collo, ci sono due vertebre altamente specializzate che sono coinvolte nella flessione e rotazione della testa. Questo tumore aveva occupato queste due vertebre”.

La prima volta al mondo

“E’ molto complicato ricostruire le vertebre prendendo delle ossa da un’altra parte del corpo - ha osservato Mobbs -. Per questo ho deciso di utilizzare la stampante 3D”. Se i medici non avessero optato per questo tentativo estremo, il tumore si sarebbe esteso causando una pressione esponenziale su tronco cerebrale e midollo spinale, causando in fine tetraplegia. “Ho visto la stampa 3D come una grande opportunità - ha spiegato il neurochirurgo australiano -. Grazie alla stampa 3D il paziente può essere fornito di una parte del suo corpo stampata su misura e personalizzata”.
Per riprodurre le vertebre da sostituire, Mobbs ha lavorato con la Anatomics, società australiana specializzata nella produzione di dispositivi medici. Stando a quanto fatto sapere dai medici, l’intervento - durato più di 15 ore - è stato un successo sotto tutti i punti di vista. Il 60enne si sta riprendendo bene, anche se dovrà superare una serie di effetti collaterali dovuti all’intervento. “Il paziente ha avuto problemi con la capacità di deglutire - ha spiegato il ricercatore - ma sta gradualmente recuperando”.

In futuro bio-protesi personalizzate

Mobbs, che ha precisato di esser soddisfatto dell’importante risultato raggiunto ma non del materiale impiegato per la realizzazione dell’impianto, è certo che l’uso della stampa 3D in medicina aumenterà in modo esponenziale. “Non c’è dubbio che questa tecnologia rappresenta il futuro della medicina - ha osservato -. Il Santo Graal della medicina, per quanto mi riguarda, è la produzione di ossa, articolazioni e organi on-demand per ripristinare la funzione e salvare vite umane”. Il titanio non è certamente la soluzione ideale ma la medicina è destinata ad evolversi di continuo e, il prossimo passo, sarà quello di raccogliere cellule dal corpo del paziente al fine di “produrre” degli organi completamente personalizzati.

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