Saranno pure state ridotte un terzo, passando dalle 66.619 del 2014 alle 23.203 del 2015, come ha trionfalmente annunciato il governo non più tardi di una settimana fa per bocca del sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti. Ma il loro numero reale è ‘falsato’ da un censimento incompleto, al quale hanno partecipato soltanto il 45,6% dei soggetti chiamati a rispondere. Cioè meno della metà: un flop. A dimostrarlo, il report pubblicato il 29 febbraio scorso sul sito del ministero guidato da Marianna Madia. Stiamo parlando delle famigerate auto blu, sulle quali da tempo pende la mannaia di polemiche e promesse di tagli che in passato hanno addirittura spinto l’esecutivo a metterne in vendita 151 su eBay (con incassi modesti: quasi 900 mila euro secondo l’ultima news pubblicata sugoverno.it il 27 marzo 2015). Nonché una proposta di legge delMovimento 5 Stelle, attualmente in discussione in commissione Affari costituzionali alla Camera, che punta a sforbiciare l’esercito di autovetture di servizio e rappresentanza a disposizione di dirigenti e personale della pubblica amministrazione.
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ORECCHIE DA MERCANTE – Insomma, parlare di “successo” al momento è un vero e proprioazzardo. Perché se ministeri, presidenza del Consiglio, autorità indipendenti, organi di rilevanza costituzionale,Regioni e città metropolitane hanno fatto i ‘compiti a casa’, comunicando di quante auto blu sono in possesso, i Comuni (esclusi quelli capoluogo: 83,2% la percentuale di risposta) non hanno seguito lo stesso esempio. Soltanto il 33,1% di loro, 2.634 su 7.948, ha fornito i dati richiesti. Praticamente uno su tre. Da quello di Abbadia Cerreto (Lombardia) a quello di Zungri (Calabria), sono 5.314 gli enti territoriali che hanno fatto orecchie da mercante alla richiesta di trasparenza arrivata dal governo. E gli altri? Quelli che dichiarano di non avere autovetture a disposizione sono 789, mentre i 2.634 che hanno risposto possono usufruire di 5.856 macchine blu in totale. Una media di due a testa, anche se ce ne sono alcuni, come i comuni di Rovereto (Trento) e Corigliano Calabro (Cosenza), che possono contare – rispettivamente – su 51 e 49 auto. Non se la passano male nemmeno Bronte (40), Moncalieri (32), Bassano del Grappa (30), Carpi (24), Chiaramonte Gulfi (27) e Marano di Napoli (26). Fra quelli capoluogo il record spetta invece a Torino con 306 auto blu, di cui di 302 di proprietà.
CURA DIMAGRANTE – Ma non ci sono solo i Comuni ad aver preso alla leggera i richiami del governo. Anche la sanità locale(ospedali pubblici e Asl), le Camere di commercio e lecomunità montane sembra non abbiano preso molto sul serio l’iniziativa dell’esecutivo. Nel primo caso, solo il 63,1% dei soggetti interessati ha fornito risposta; nel secondo la percentuale scende al 59,6%. Mentre è nell’ultimo caso, quello delle comunità montane, che si registra il responso più basso: 20,7% (53 su 256). Non ci sono però solo cattive notizie. Come detto, infatti, sono soprattuttoministeri e presidenza del Consiglio ad aver dato il via ad unacura dimagrante che fino a questo momento, censimento alla mano, sta dando risultati confortanti: -706 macchine in tutto fra il 2014 e il 2015. A Palazzo Chigi si è passati da 127 a 14 auto blu (-113 unità). Anche al ministero dei Trasporti la scure dei tagli si è fatta sentire. Il dicastero attualmente guidato da Graziano Delrio (Pd) può disporre di 115 vetture, 159 in meno rispetto al 2014 (274). Meglio di tutti ha fatto però il ministero delle Politiche agricole: da 214 a 4 vetture in soli dodici mesi. Iministeri della Giustizia (oltre 800 auto blu ancora in dotazione) e quello della Difesa (514) sembrano invece non volersi mettere a dieta. Bene anche le Regioni: meno 1.606 unità.