domenica 22 marzo 2015

Pirelli diventa cinese. Tronchetti: "Operazione chiusa nel weekend"

Pirelli diventa cinese. Tronchetti: "Operazione chiusa nel weekend"

Svolta cinese in casa Pirelli: il gigante della chimica di Pechino, la Chemchina sta per entrare nell'azionariato del gruppo come socio di maggioranza acquistando le quote di controllo di Camfin. Venerdì in un comunicato, la società ha confermato l'operazione che comporta "il trasferimento dell'intera partecipazione detenuta da Camfin a un prezzo di euro 15 per azione a una societa' italiana di nuova costituzione, controllata dal partner industriale internazionale con un contestuale reinvestimento di Camfin in detta società. Il trasferimento della partecipazione resterebbe subordinato all'autorizzazione antitrust e alle altre condizioni tipiche di questo tipo di operazioni. Una volta perfezionatosi tale trasferimento, verrebbe lanciata un'offerta pubblica di acquisto sulla totalita' delle azioni di Pirelli". Accordo siglato entro il fine settimana - "Si chiude entro il weekend, ci sono ancora dei passi da fare", ha indicato il manager. Nessun commento, più in generale, sul futuro di Pirelli una volta completato l'ingresso del gruppo cinese Chemchina: "Finche' non ci sono i comunicati non posso dire nulla", ha affermato Tronchetti. In sede era presente anche il vicepresidente di Pirelli, Alberto Pirelli.
Il titolo vola in Borsa - Venerdì, dopo una giornara di continui rialzi, il titolo Pirelli ha terminato la seduta di Borsa sopra la soglia dei 15 euro per azione, prezzo stabilito per il passaggio di proprietà delle azioni che fanno capo a Camfin e per l'opa che sarebbe a seguire lanciata sull'intero capitale sociale del gruppo degli pneumatici. Il titolo ha chiuso in rialzo del 2,21% a 15,23 euro; giovedi' valeva 14,9 euro e nel corso della seduta di ieri ha toccato un massimo di 15,81 euro (+6%), nuovo record storico per Pirelli a piazza Affari. Nella seduta sono passati di mano oltre 21 milioni di titoli, pari al 4,5% del capitale sociale. Con il rialzo di ieri il gruppo della Bicocca, che si prepara al passaggio del controllo alla cinese ChemChina, 'vale' in Borsa 7,25 miliardi di euro.
ChemChina, gigante della chimica di Pechino - E' un colosso da 244 miliardi di yuan di fatturato (circa 36 miliardi di euro), al diciannovesimo posto tra le 'big' mondiali della Cina e al 355esimo nella classifica di 'Fortune'. "Chimica tradizionale, materiali avanzati" è il motto della China national chemical corporation (ChemChina), società a controllo statale nata nel 2004 e amministrata dalla Sasac, il braccio del governo di Pechino cui fanno capo buona parte delle industrie di Stato cinesi. ChemChina opera in sei diversi settori, che vanno dalla chimica dei nuovi materiali alla gomma, ed è presente in 140 Paesi con 118 controllate, tra cui nove quotate, 6 divisioni e 24 centri di ricerca; impiega 140 mila persone.
La parola d'ordine è "going global" - Dalla Francia all'Australia, ChemChina ha puntato sin dalla fondazione sulla crescita internazionale secondo la strategia del "going global" (divenire globali) largamente esplicitata nel suo sito internet. Tra le operazioni piu' importanti, l'acquisizione della francese Adisseo e dell'australiana Qenos nel 2005 e, nel 2011, l'acquisto della norvegese Elkem e di una quota di controllo nell'israeliana Makhteshim Agan, sesto produttore mondiale di pesticidi. Nel mirino ora ha messo l'italiana Pirelli.

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