lunedì 8 febbraio 2016

LA STAGIONE DELLA CACCIA È FINITA. ECCO TUTTE LE VITTIME, TRA BAMBINI, ANIMALI E AMBIENTE

LA STAGIONE DELLA CACCIA È FINITA. ECCO TUTTE LE VITTIME, TRA BAMBINI, ANIMALI E AMBIENTE
di Stefano Carnazzi
Tra chiusure anticipate della caccia a diverse specie in Umbria, in Toscana, in Veneto, in Puglia e quasi in Friuli Venezia Giulia e un bollettino di guerra – 16 morti e 64 feriti, tra cui 3 minori, da settembre dello scorso anno a gennaio – si conclude la stagione della caccia. Un’attività a cui, secondo l’Eurispes, 8 italiani su 10 sono contrari.
Le vittime umane: cacciatori e bambini
Dei 64 feriti dell’ultima stagione venatoria, un quarto sono persone estranee alla caccia. Restringendo la cifra solo ai bambini, dal 2007 a dicembre 2015 sono stati uccisi 11 minori, 23 i bambini feriti, secondo l’Associazione vittime della caccia.
Stando all’ultimo rapporto Eurispes 8 italiani su 10 sono contrari alla caccia: è ancora favorevole solo un quinto della popolazione (21,2%), contro il 24,4% dello scorso anno.
Le vittime non umane: in un anno uccisi oltre 154 milioni di animali
Fare una stima degli animali uccisi è difficile. Ogni stagione venatoria prevede un massimo numero di animali che possono essere abbattuti, che naturalmente nessuno controlla né fa rispettare, perché è impossibile. Proiettando i dati del numero massimo di animali che possono essere uccisi ogni anno in Veneto, Lombardia, Sicilia e Toscana si arriva a 154 milioni di esseri viventi. Una cifra calcolata per difetto visto che i cacciatori è improbabile che rispettino collettivamente il numero massimo di animali da uccidere.
La vittima ambiente
Secondo un calcolo basato sul numero medio di colpi esplosi annualmente da ciascun cacciatore, si è stimato che nel 1980 in Italia venissero utilizzate 1.100.000.000 cartucce, scese a circa 700.000.000 alla fine degli anni ’80 a seguito della diminuzione del numero delle licenze; sulla base di questi conteggi, la caccia regala al nostro Paese qualcosa come 25.000 tonnellate di piombo. Sarebbero 500 milioni le cartucce sparate in un anno, e a raccoglierle tutte se ne farebbe un mucchio di 11.000 metri cubi. Numerose ricerche hanno dimostrato come il munizionamento da caccia rappresenti una fonte non trascurabile di inquinamento da piombo, in grado di avvelenare gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo. Il piombo avvelena il terreno e le acque, facendo ammalare di saturnismo gli animali. E non solo.

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